Papa Francesco si è rivolto ai giovani, in particolare agli universitari e universitarie durante l’incontro con gli atenei romani e italiani avvenuto sabato 30 novembre all’interno della basilica di San Pietro. Un messaggio chiaro il suo, diretto e senza inutili giri di parole. Un’esortazione ad affrontare le numerose sfide a cui i giovani sono chiamati a rispondere in un momento attuale così fragile, in un contesto socio culturale appesantito dalla mediocrità e dalla noia. Non bisogna rassegnarsi alla monotonia del vivere quotidiano ma andare oltre l’ordinario, coltivando progetti di ampio respiro. Una sfida questa come tutte quelle che è necessario affrontare, poiché non rispondere alle sfide significa non vivere veramente.
“Non guardate la vita dal balcone, mischiatevi lì dove ci sono le sfide che chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo e la lotta per la dignità, contro la povertà.” Rimboccarsi le maniche e affrontare il momento critico e ostile in cui siamo immersi involontariamente, significa riaccendere la speranza di realizzare i propri obiettivi.
Un’esortazione a non lasciarsi travolgere dal pensiero comune, imparare a essere protagonisti della quotidianità e non semplici spettatori della propria vita, senza la paura di andare controcorrente. “Sarebbe uno sbaglio” ha specificato Sua Santità “lasciarsi imprigionare dal pensiero debole e uniforme.”
La debolezza dell’Italia sta emergendo in un momento critico insieme a uno dei problemi più grandi che il “Bel Paese” abbia mai affrontato. A sgretolarsi è proprio la base della società, poichè la disoccupazione giovanile sta toccando livelli record. È diventato difficile credere non solo alla possibilità di vedere un futuro concreto all’orizzonte, ma è inevitabile persino dubitare delle proprie capacità. Sono necessari i fatti più delle parole, il bisogno di vedere i propri progetti concretizzarsi e avere una minima sicurezza che gli anni dedicati allo studio non siano vani.
A volte le parole hanno il loro peso e se pronunciate da Papa Francesco arrivano sicuramente a destinazione, con il loro carico emotivo e morale. In mancanza dei fatti, anche alcune parole schiette, pronunciate con un italiano storpiato ma sincero, riescono a dare la forza necessaria ad affrontare le difficoltà.
Non esistono più convinzioni religiose o culturali là dove il messaggio arriva da un uomo, che al di là della posizione che occupa, ha ancora fiducia in quella gioventù che definiscono bruciata, ma che di bruciato ha solo i sogni e la speranza.