Sguardo intenso, salivazione abbondante, movimenti impetuosi: no, non è il ritratto del ragazzo che ci provava venerdì sera in discoteca, ma quello del nostro amico a quattro zampe, che ci supplica, con i suoi occhioni, di lanciarli un po’ delle pietanze con cui abbiamo imbandito la tavola. Ma non una qualunque, la più buona.
Secondo uno studio pubblicato su Plos One, nota rivista scientifica, i cani non solo sono in grado di comprendere le disquisizioni alimentari dei propri padroni, ma sceglieranno anche il piatto che hanno capito essere il più gustoso.
Il primo esperimento è stato effettuato su settantadue cani di diverse razze che, inseriti in una interazione trilaterale tra persone che giudicavano positivamente o negativamente una data pietanza, venivano influenzati dai pareri espressi e si dirigevano automaticamente verso il piatto risultato più gradevole a tutti.
In un secondo test si è posto invece il cane di fronte ad una scelta tra diversi cibi, influenzandolo solo attraverso il parere di un singolo individuo: il cane non ha subìto alcuna suggestione ed ha scelto a caso la pietanza di cui cibarsi.
Confermata è dunque la tesi secondo cui l’interazione tra umani influenza la selezione dell’animale, portandolo a scegliere il cibo che, grazie anche a gesti, espressioni o commenti, ha compreso essere il più gradito.
L’intelligenza dei nostri amici cani e la loro capacità comunicativa, mai messe in dubbio, ma anzi sempre sfruttate dall’uomo in disparati settori, divengono ora una certezza fondata su basi scientifiche e studi approfonditi. Non sarà più un mistero, dunque, lo sguardo vispo e attento di Fido durante i momenti conviviali. E poi chi lo sa, un giorno potrà anche disquisire con noi sui massimi sistemi.
Lasciamo dunque, senza troppa meraviglia, che il nostro cane si interessi del menù del giorno: di sicuro anche lui odierà i cavoletti di bruxelles.