Sfiducia verso la politica, disaffezione e astensionismo sono punti cruciali della crisi politica degli ultimi anni. È soprattutto il disinteresse manifestato dai giovani a preoccupare maggiormente, e non è facile trovare soluzioni per risolvere questa tendenza che ha alla base il problema del distacco che esiste tra il mondo politico e i cittadini.
L’ingresso del discorso politico in rete e le campagne elettorali on line sembrano aver portato buoni risultati, basti pensare alla svolta della comunicazione politica che il presidente statunitense Obama e il suo staff hanno portato alle elezioni del 2008, ma rimane comunque difficile quantificare l’influenza della Politica 2.0 sugli elettori al momento del voto.
I politici sembrano comunque trovarsi in accordo nel trovare strategie che avvicini i due mondi offrendo servizi che mettano in dialogo le parti.
Una recente proposta, che prende la strada verso la cosiddetta e-democracy, arriva dal portavoce de House of Commons in Gran Bretagna: John Bercow ha proposto, infatti, di introdurre il voto on line per le elezioni parlamentari. La modernizzazione del sistema elettorale, così come gli sforzi del parlamento per raggiungere l’elettorato, sono passi necessari per la digital democracy secondo Bercow.
Per la sua proposta, il portavoce prende in esame il caso delle elezioni nazionali del 2011 in Estonia. L’Estonia è stata, infatti, la prima nazione a introdurre il voto on line: i dati mostrano che un quarto dei cittadini ha partecipato attraverso il web e si prospetta che lo faranno circa la metà degli elettori per le elezioni del 2015.
Il meccanismo di voto previsto in Estonia prevede che i cittadini accedano on line, alla pagina web apposita, attraverso il riconoscimento della carta d’identità oppure con un PIN per il collegamento via smartphone.
Le ricerche della London School of Economics hanno provato che il 10-15% degli estoni non avrebbe partecipato al ballottaggio se non ci fosse stata la possibilità di votare on line, considerando questa nuova pratica più veloce ed economica. Ma in generale non c’è stata una conferma che il nuovo servizio abbia effettivamente aumentato l’affluenza alle urne.
I politici britannici non escludono la possibilità di introdurre il voto on line, ma manifestano anche una preoccupazione in merito alla sicurezza del sistema e al digital divide, in quanto circa il 20% dei cittadini in Gran Bretagna non ha una connessione internet.