Spese folli, si allarga lo scandalo: 16 Regioni coinvolte

C’è chi, anche in tempi economicamente difficili, di risparmiare proprio non ne vuole sapere. E, anzi, si concede lussi al limite della follia, finanziati con i rimborsi pubblici. L’inchiesta sulle spese folli dei consiglieri regionali si sta estendendo a macchia d’olio in tutta Italia. Da nord a sud, da destra a sinistra, si allunga l’elenco dei nomi iscritti al registro degli indagati. Peculato, truffa e concussione le ipotesi di reato al vaglio degli investigatori.

Ce ne è per tutti i gusti: viaggi extra lusso, cene nei migliori ristoranti, saune, massaggi, sedute in palestra, banchetti per i funerali, gioielli, penne d’oro, lap dance e tasse sui rifiuti coperte con il denaro dei cittadini. Un baratro oscuro e degradante, che spetterà alla Corte dei Conti chiarire e che, in ogni caso, getta nuove, pesanti ombre sulla gestione della cosa pubblica nel nostro Paese.

Al momento sono 16 le Regioni coinvolte. In Piemonte la temperatura è particolarmente calda, visto che gli indagati sono già 43 e tra loro c’è anche il governatore Cota. Il leghista, infatti, dovrà spiegare perché ha inserito nel rimborso scontrini che non corrispondono ai luoghi in cui si trovava. Inoltre sarebbero ben 592 le ricevute non connesse al suo ruolo istituzionale, tra cui quelle relative alle cinque cene diverse consumate nello stesso ristorante a pochi minuti di distanza l’una dall’altra.

In Emilia Romagna la situazione non è migliore. Coinvolto anche il dimissionario capogruppo del Pd Marco Monari, reo di aver infilato nel rimborso una spesa da 900 euro per un viaggio Napoli-Amalfi in limousine. In Sardegna, Umbria e Basilicata alcuni consiglieri sono finiti in tribunale, mentre in Friuli Venezia Giulia diversi casi sono stati archiviati. In altre Regioni le inchieste sarebbero ormai vicine alla conclusione.

Una bufera che riapre la discussione sull’annosa questione dei finanziamenti pubblici alla politica. Nel 2011 il totale dei fondi concessi ai consigli regionali ha toccato i 47 milioni di euro, cifra che nel 2013 è scesa a 9 milioni per effetto della spending review. Il timore è che il Parlamento, considerata la drammatica situazione del sistema carcerario, peraltro sottolineata varie volte da Napolitano, decida di non andare a incrementare ulteriormente il sovraffollamento delle carceri. Senatori e deputati, quindi, potrebbero optare per il condono di determinate tipologie di reato.

Cresce intanto la preoccupazione all’interno del Pd. Si teme infatti che l’allargarsi dello scandalo rimborsi, unito al caos tesseramenti, possa avere una ricaduta negativa sulle primarie. Un appuntamento di vitale importanza per i democratici, che puntano almeno a superare i 2 milioni di votanti per dare un segnale forte agli avversari.

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