C’era una volta la farmacia, dove oltre a comprare paracetamolo e cerotti cercavamo un consiglio prezioso. Poi è arrivato il web e tutto è cambiato. Analizzando i dati Censis, Google Usa e Google Trends Forrester raccolti per una ricerca di Alkemy, azienda specializzata nella consulenza digitale, emerge la tendenza sempre più marcata degli italiani a risolvere attraverso i web i dubbi che riguardano la propria salute.
Se il primo punto di riferimento rimane ancora il medico di famiglia (56%), al secondo posto troviamo internet, che viene consultato nell’11% dei casi contro il misero 4% del farmacista. Ma cosa cerchiamo esattamente sulla salute? Informazioni, innanzitutto. Attraverso i motori di ricerca vogliamo avere dettagli sulle patologie (90%) o sui centri di cura specializzati (59%). Si inizia a usare internet anche per i servizi di prenotazione di esami e visite (15%) mentre rimane ancora una certa diffidenza verso l’acquisto dei farmaci (3%) rispetto agli Stati Uniti (7%).
Anche i medici utilizzano internet per aggiornarsi, cercare dati sugli effetti collaterali dei farmaci e sulle loro controindicazioni (61%), pubblicazioni scientifiche, ricerche, casi clinici.
Ma oltre alla diagnostica c’è l’aspetto sociale, l’empatia fra malati. Si cercano su internet pareri e consigli da chi ha già avuto esperienza di una determinata patologia. Nascono così pagine Facebook, forum e blog dedicati, dove è possibile dialogare e scambiarsi idee. Soprattutto nei casi di malattie croniche che richiedono cure lunghe e quotidiane – come ad esempio il diabete – il malato cerca conforto e aiuto da chi è nella sua condizione e può dargli informazioni pratiche che magari non si sente di chiedere al medico.
Ancora una volta il web sembra sostituire quella che un tempo era la piazza, con la differenza che gli utenti non sono una manciata di compaesani ma milioni di utenti in tutto il mondo. Importante è quindi accertarsi che le fonti siano attendibili.