Clamoroso ritorno di fiamma tra Hollywood e la Bibbia. Almeno così pare leggendo le ultime novità sui prossimi impegni cinematografici delle case di produzione più importanti del momento, la Paramount, la 20th Century Fox e la Warner Bros.
Ad impegnarsi in questa serie di colossali film saranno attori del calibro di Russel Crowe nel ruolo del patriarca Noè, Christian Bale in quelli di Mosè, Brad Pitt pare nei panni di Ponzio Pilato e Will Smith come attore e produttore di un film su Caino e Abele. I probabili registi potrebbero essere Ridley Scott, Ang Lee e Darren Aronofsky. Tutti in uscita dal 2014.
Questo cambio di vertenza di Hollywood rispetto al grande interesse sui temi biblici degli anni Cinquanta viene spiegato da Davide Zordan, teologo, ricercatore e docente della Fondazione Bruno Kessler, nonché autore del volume “Bibbia a Hollywood. Retorica religiosa e cinema di consumo“.
Il primo riferimento importante che fa il professor Zordan è soprattutto quello del grande regista Cecil B. DeMille, autore tra gli anni Venti ed i Cinquanta di pellicole come “I dieci comandamenti”, “Il Re dei Re” e “Sansone e Dalila“, ma anche film come “BenHur”, “La Tunica” o “Barabba”. Dopo questo periodo il cinema, soprattutto quello di consumo, ha preferito allontanarsi dalle tematiche bibliche ritenute meno credibili rispetto ai temi sociali maggiormente affrontati.
Questo nuovo interessamento di Hollywood ai kolossal religiosi viene però visto dal professor Zordan come un’arma a doppio taglio in quanto il rischio di banalizzare i temi a sfondo religioso potrebbe risultare molto sottile. Ultimo pensiero del famoso studioso va a Papa Francesco e al suo insegnamento: “Ripresentare in modo semplice i contenuti della fede, anche quelli più tradizionali, per entrare in contatto con le persone laddove si svolge la loro vita quotidiana“, insomma potrebbe essere facilmente interpretato come una opportunità per aiutare le persone a riavvicinarsi alla religione.