Un progetto piuttosto singolare quello denominato Emojinal Art Gallery e realizzato su Tumblr, una piattaforma virtuale all’interno della quale è possibile creare un tumblelog, variante del ben più noto blog. Si tratta di una fotogallery che rivisita, in chiave ludica, alcune delle opere d’arte più famose al mondo, alle quali sono state applicate le cosiddette emoji, emoticon avanzate nate in Giappone, su iniziativa di Shigetaka Kurita, e poi adattate alla cultura degli altri Paesi dove si sono diffuse in maniera virale.
Letteralmente tradotto dal giapponese come pittogrammi, il termine emoji identifica faccine colorate e immagini animate utilizzate dagli interlocutori per esprimere il proprio stato d’animo durante la comunicazione digitale.
Molteplici le opere protagoniste dell’Emojinal Art Gallery, facenti capo a correnti artistiche differenti: da “La Gioconda“, di Leonardo Da Vinci a “L’Autoritratto“, di Vincent Van Gogh, da “La Primavera“, di Sandro Botticelli a “L’Urlo” di Edward Munch, da “Il Bacio“, di Gustave Klimt a “La persistenza della memoria“, di Salvador Dalì, fino ad arrivare a “Marilyn“, di Andy Warhol, padre della pop art.
Sembra che il messaggio che l’Emojinal Art Gallery intenda trasmettere ai visitatori sia che l’utilizzo degli smile colorati consente di intensificare le espressioni facciali dei soggetti raffigurati e di rendere i loro stati d’animo “più vicini” all’osservatore “digitalizzato”, quasi come se le opere d’arte avvertissero l’esigenza di dover adattare le emozioni che custodiscono alle modalità di comunicazione in continua evoluzione. E se l’Emojinal Art Gallery fosse, invece, soltanto una trovata di cattivo gusto? Perché dovrebbe essere apprezzata l’idea di “inquinare” capolavori dal valore inestimabile?