La rete, negli ultimi anni, sta diventando una enorme vetrina per la messa in mostra di talenti precoci. Aspiranti cantanti, ballerini, videomakers e tanti altri utilizzano gli straordinari strumenti che il web mette loro a disposizione per riuscire ad attirare l’attenzione (magari anche di qualche talent scout), e il calcio in questo non fa eccezione.
Su Youtube ormai si sono moltiplicati a dismisura i video di campioncini in erba, che a volte non hanno nemmeno 5 anni, ripresi spesso dai propri genitori per essere mostrati alla platea di calciofili internettiani, sempre desiderosi di scoprire i futuri “crack” e spesso più veloci degli osservatori di professione. L’ultimo caso famoso è quello del piccolo Claudio Ñancufil, scovato dal mediatore spagnolo Lolo Otero a Buenos Aires, ma già noto ai frequentatori del famoso sito di proprietà di Google, dove il video con le sue prodezze era stato visualizzato da più di un milione di persone.
“Baby Messi“, come ormai tutti lo hanno soprannominato, ha diverse cose in comune con il fuoriclasse del Barcellona: A 8 anni, come “la Pulce” blaugrana a suo tempo, è molto più piccolo dei bambini della sua età a causa di un difetto della crescita simile a quello che mise a rischio la salute di Lionel. Quando scende in campo però, il piccolo Claudio diventa imprendibile per chiunque, e mostra un arsenale di finte, dribbling e pennellate mancine che sciolgono il cuore a tutti gli amanti del bel gesto sportivo.
Barcellona e Real si sono fiondate su di lui, tanto da riuscire a convincere i suoi genitori a portarlo per alcune settimane in Spagna. All’inizio del 2014 volerà in terra iberica per 2 settimane di ‘studio’: prima farà visita al Real Madrid, poi farà tappa a “La Masia”, il cuore del settore giovanile del Barcellona. E proprio i catalani sembrano favoriti nella corsa al piccolo talento, visto che potrebbero riproporre alla famiglia di Claudio lo stesso trattamento riservato a quella dell’attuale pallone d’oro qualche anno fa. Se il provino andasse bene, verrebbero offerti loro il trasferimento in Spagna e le cure gratuite per la crescita del bambino, che risiederebbe nel centro sportivo insieme agli altri giovani selezionati dagli attenti osservatori blaugrana.
Il piccolo Claudio è solo l’ultimo dei baby fenomeni apparsi su internet a cui è stata affibiata l’etichetta di nuovo Messi. Ho provato personalmente a cercare su youtube i video a tema, inserendo la chiave di ricerca “new Messi”, e mi sono apparsi decine di video di piccoli fenomeni del pallone, tutti in grado di fare cose incredibili per la loro età. Si è scatenata quasi una gara tra nazioni, alla ricerca del prossimo Messia del calcio, una ricerca spasmodica che però in alcune zone esisteva già prima della diffusione della rete.
Basti pensare ai tanti “piccoli Maradona” nati in Argentina (anche Lamela rientrò in questa categoria qualche anno fa) ma anche in Italia: famosa la storia di Vincenzino Sarno, bambino prodigio acquistato a suon di milioni dal Torino (ben 120) e invitato addirittura nel salotto di Bruno Vespa, la cui carriera però non è stata all’altezza delle aspettative (ora milita nella Virtus Entella, ed ha accumulato presenze in Serie B tra Reggina e Brescia).
Oggi basta caricare un video filmato con uno smartphone per suscitare la curiosità degli appassionati e degli scopritori di piccoli talenti, ma quanti di loro diventeranno davvero dei calciatori di livello mondiale? Probabilmente nessuno, perchè per diventare un campione non basta di certo avere buone qualità tecniche. Ci vogliono sacrificio, costanza e cura di sé, e l’attenzione generata non aiuta di certo a mantenere i piedi per terra. Il calcio a quell’età deve essere esclusivamente un divertimento, altrimenti c’è il rischio di far perdere il contatto con la realtà tanto a questi bambini quanto ai loro genitori, generando in loro aspettative troppo elevate e stress deleterio.