Nervi tesi tra Cina e Giappone. Dopo aver creato unilateralmente uno “spazio di difesa” nel Mar della Cina orientale, il governo di Pechino non ha esitato a far decollare i suoi caccia per seguire e identificare gli aerei nipponici entrati nella zona.
Il Dragone, secondo quanto riportato dall’agenzia Xinhua, avrebbe mobilitato anche la portaerei Liaoning, accompagnata dai cacciatorpedinieri Shenyang e Shijiazhuang e dalle fregate Yantai e Weifang. Oggetto della contesa l’arcipelago delle isole Senkaku, area disabitata di sette chilometri quadrati, attualmente sotto la giurisdizione giapponese, ma al centro delle rivendicazioni sia di Taiwan sia della Repubblica Popolare Cinese.
A Pechino l’aria è rovente. Il quotidiano Global Times, che esce in lingua inglese, ha preso nettamente posizione contro Tokyo. “Forse un imminente conflitto tra Cina e Giappone è da mettere nel conto. Noi siamo pronti” si legge in un editoriale, dove si aggiunge anche che, in caso di violazione della nuova area di Difesa, devono essere adottate contromisure tempestive contro il Giappone.
Sono in molti a criticare l’operato cinese. In particolare Australia, Usa e Corea del Sud non vedono affatto di buon occhio quello che considerano un sussulto imperialista e una chiara azione di prevaricazione nei confronti dell’alleato giapponese. Per ora, comunque, nonostante nei giorni scorsi alcuni aerei statunitensi e coreani abbiano compiuto voli dimostrativi sopra l’arcipelago, il bersaglio privilegiato del Dragone sembra essere Tokyo. Difficile, infatti, che Washington e Seoul scelgano di schierarsi concretamente a favore del Giappone rischiando di scatenare un conflitto dagli esiti imprevedibili. Una linea, questa, confermata anche da una fonte militare cinese: “Ciò che dobbiamo fare è contrastare con fermezza tutte le azioni di provocazione del Giappone. Gli altri, al momento, possono essere ignorati.”
Per quanto riguarda Taiwan, i parlamentari dell’ex Formosa hanno accusato il proprio governo di aver tenuto un atteggiamento troppo morbido nei confronti della Cina. L’opposizione, secondo cui la manovra di Pechino è inaccettabile, chiede che il Paese si schieri a fianco degli Stati Uniti e del Giappone.
La crisi scoppia proprio alla vigilia dell’arrivo del vicepresidente americano Biden, che la prossima settimana farà tappa in Cina, Corea del Sud e Giappone. Una visita che, quindi, acquista un valore decisivo per tentare di allentare le tensioni e scongiurare il pericolo di un’eventuale guerra.