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Categorie: News Politica

Una poltrona per tre, chi ha vinto il confronto per le primarie Pd?

Published by
Domenico Cacciapuoti

Dopo un’attesa logorante, è andata in onda su Sky tg24 la sfida tra gli aspiranti segretari del PD, Cuperlo, Renzi e Civati. Podio “personale” all’americana, 1 minuto e 30 secondi massimo a risposta scandito da un countdown, con possibilità di replica. Sono tre delle 12 regole del “Confronto”, condivise in un incontro tra i portavoce dei tre candidati alla segreteria del Partito Democratico e la direzione del canale all news. A seguito del sorteggio per l’ordine sul palco, c’era, a partire da sinistra guardando lo schermo, Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Giuseppe Civati.

A Gianluca Semprini, uno dei volti storici della testata e conduttore del programma, è stato affidato il compito di “arbitrare” il dibattito garantendo il rispetto di tutte le regole, di richiamare i candidati alla pertinenza della risposta e chiedere eventuali chiarimenti nel merito. Tra le novità annunciate, il fact checking live, cioè fatti e dati dichiarati passati al vaglio di un gruppo di ricercatori della Facoltà di Economia dell’Università di Roma Tor Vergata, è servito poco quanto niente, in quanto pochi i dati snocciolati dai tre candidatati alla segreteria del Pd. Più interessante la domanda sulla patrimoniale ai candidati alle Primarie grazie alcuni blogger e utenti Twitter (tra cui Luca Conti, Antonella Napolitano e Leonardo Tondelli).

Questo confronto vivace, ma all’insegna del fair play, non sposterà in alcun modo gli attuali equilibri di forza tra i tre competitor alla segreteria del Pd, ma ha permesso di avere una visione chiara delle varie anime del Pd. Cuperlo è risultato spesso autoreferenziale, in bilico tra quello che avrebbe voluto dire per accattivare altri elettori e quello che ha dovuto non dire per non deludere i propri attuali elettori. Unico sussulto di chiarezza sulla patrimoniale, per il resto è risultato ambiguo e ripetitivo. Decisamente apprezzabile il suo appello finale, ma anche qui è riuscito a sfuggire alle problematiche con l’eccessivo tentativo di ricorrere alla continua citazione colta, da Jefferson a Calvino. Atteggiamento da professore universitario, composto e sicuro di sé, consapevole che il proprio elettorale è monolitico, non ha fatto alcuno sforzo per sottrarre voti ai suoi avversari. Nel suo Pantheon ha citato Enrico Berlinguer, un passionario. Chi lo avrebbe mai detto?

Renzi, il candidato che aveva tutto da perdere da questo confronto, ha parlato col freno a mano tirato, con la sicurezza di chi ritiene di essere già il futuro segretario del Pd. Brillante su legge elettorale, lavoro e reddito minimo, ma con uno scivolone sull’identificazione inconscia tra donna lavoratrice e donna madre. Ha comunque delineato con le sue parole un modello vincente di Pd, una sinistra facile, comprensibile a tutti, con proposte concrete su lavoro, privatizzazioni, evasione e un nuovo modello di Europa. Il suo è un atteggiamento già da candidato premier, più che da candidato alla segreteria del PD, rincorrendo i moderati, i cattolici, gli imprenditori con le sue risposte. Critica i tecnocrati di Bruxelles, ma poi ne imita il linguaggio. Sicuramente preferibile la versione tutta anima e cuore di Renzi dei passati confronti.

Civati, il giovane de sinistra, come si è definito, è quello che aveva tutto da guadagnare con questo confronto e ha giocato bene le sue carte. Battuta pronta (le ereditarie in Forza Italia e rispondete alle telefonate anonime, è l’unico politico che è in contatto con i cittadini, il papa) ha dato sempre risposte nette: governo Letta a casa, non mi fido di Alfano, indagini sui 101 traditori e mozione di sfiducia a Renzi. I confronti di tv servono per mostrare i reali difetti e virtù dei candidati. Il format televisivo ha mostrato un Civati, trattato come un outsider dalla carta stampata, come il vero avversario di Renzi. Usa molto la mimica facciale, il sorrisino sfrontato e la battuta secca alla Groucho Marx. Molto meno verboso dei suoi competitor, è risultato il più apprezzato dal popolo del web. Con le primarie aperte potrebbe esserci qualche sorpresa l’8 dicembre?

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Domenico Cacciapuoti