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Categorie: Lifestyle News

Vestiamoci d’arancia

Published by
Mariangela Giuffrida

Avreste mai detto che dai frutti siculi per antonomasia, le arance e i limoni, si potessero ricavare dei capi d’abbigliamento, belli e che fanno pure bene? Adriana Santonocito, 35 anni designer ed Enrica Arena, 27 anni responsabile comunicazione, insieme all’esperto di economia agroalimentare Manfredi Grimaldi, l’hanno fatto. Le due etnee, insieme ad un team specializzato, hanno messo a punto una nanotecnologia, che permette di ricavare tessuti dalla cellulosa degli scarti agrumicoli.

Il loro progetto si chiama “Orange Fiber” e l’obiettivo è creare una fibra ricavata dalla cellulosa delle arance scartate o da sottoprodotti dell’industria agrumicola, per farne un tessuto dove inglobare delle microcapsule con oli essenziali, in grado di rilasciare gradualmente sulla pelle preziose vitamine A, C ed E, sostanze naturali non invasive, con il vantaggio di sentire la pelle più morbida, nutrita e setosa senza ungerla, come dopo aver messo la crema idratante, resistente, per ora, a 40 lavaggi. Una fibra tessile sostenibile e profumata, realizzata attraverso l’estrazione della cellulosa, atta alla filatura, arricchita, grazie alle tecnologie utilizzate, da microcapsule che contengono oli essenziali di agrumi, che permettono così di avere un capo che è bello e funzionale.

Il procedimento chimico è a basso impatto ambientale e portato avanti attraverso l’utilizzo di solventi green. “L’idea è nata poichè anche nella moda c’è l’esigenza di essere sostenibili e per il problema di scarti industriali che vengono buttati in Sicilia, circa il 30% della produzione agrumicola italiana è destinata a rimanere inutilizzata: capendo che c’è una grande biomassa rinnovabile a disposizione, ho cercato di capire come sfruttarla”, queste le parole di Adriana Santonocito.

Il risultato di questo processo “made in Sicily” è una collezione di moda composta da 10 capi che costano in media 80 euro ciascuno. Parliamo di una “collezione propotipo“, poiché non essendo una startup digitale, i costi sono difficili da sostenere. Per portare a termine la ricerca e lo sviluppo di questo progetto, serve un investimento di circa 150.000 euro e soprattutto un partner industriale, che condivida le stesse passioni e valori delle creatrici.

Questo grande progetto innovativo è stato realizzato, in collaborazione con il Politecnico di Milano, dove le ragazze hanno esposto la loro idea e ne è stata valutata la fattibilità, invece per le tecnologie utilizzate si sono avvalse dell’aiuto di industrie tessili. All’ Expo Milano 2015, gli abiti della giovanissima stilista catanese hanno convinto la giuria, come progetto di impresa ad alto valore sociale e ambientale creato da giovani talenti under 30. Hanno ricevuto la menzione speciale Working Capital di Telecom e vinto l’Alimenta2talent del Comune di Milano e Parco Tecnologico Padano. Inoltre il 18 novembre hanno rappresentato l’Italia alla finalissima internazionale della Creative Business Cup 2013 a Copenaghen, entrando nella top 5 dei migliori progetti.

“Un’esperienza indimenticabile – dicono le due ragazze di ritorno da Copenhagen – perché è stato il più importante banco di prova e di confronto con il resto del mondo. E’ stata una grande soddisfazione che la nostra idea abbia riscontrato tanto consenso e approvazione. Aver raggiunto questo traguardo nella città che per la WB è ai primi posti per facilità di far partire un’impresa, con rappresentanti delle istituzioni giovanissimi che puntano tutto su imprenditorialità e futuro, è stato meraviglioso”.

Quando si ha voglia di fare e creatività, tutto diventa possibile. Adriana Santonocito ed Enrica Arena, partite dalle falde dell’Etna alla volta della capitale lombarda per formarsi e per trovare fortuna, sono riuscite a rendere reale un sogno lavorativo, che valorizzi la loro terra natia e metta in evidenza le grandi capacità e doti dei giovani italiani e in questo caso dei siciliani.

Published by
Mariangela Giuffrida