L’Italia potrebbe volare alla notte degli Oscar 2014 grazie a Tiger Boy, un corto in corsa per entrare nella cinquina dei migliori cortometraggi.
Tiger Boy é un cortometraggio realizzato nel 2012 da Gabriele Mainetti. Come già avvenuto nei suoi precedenti lavori, Basette del 2008, il regista romano ne ha firmato anche la produzione e la musica. Il soggetto e la sceneggiatura sono a cura di Nicola Guaglianone, la produzione è della Goon Films.
Tiger Boy parla di Matteo, un bambino di nove anni, che armato di ago e filo decide di riprodurre la maschera del suo mito “Il Tigre“, un wrestler romano di Corviale. Per il piccolo questa maschera diventa una seconda pelle e non vuole togliersela per nessuna ragione. Gli adulti, presi dagli impegni della vita quotidiana, notano solo quella assurda maschera tigrata ma non il dolore che il bambino si porta dentro, un dolore cominciato nell’ufficio del preside della sua scuola, che abusa di lui fino a quando Matteo non sarà pronto a reagire, proprio come Il Tigre. Solo dopo averlo visto combattere e vincere sul ring il bambino troverà il coraggio di affrontare da solo il suo “nemico”.
Il corto ha vinto diversi premi e riconoscimenti un po’ in tutto il mondo, tra cui il Flicker Fest di Sydney e il Nastro d’argento 2013 per il Miglior Cortometraggio. La storia racconta con delicatezza e ironia una situazione di abusi che va oltre culture e confini, fino ad arrivare dritto agli occhi di chi guarda, sullo sfondo di una periferia romana dominata dall’immaginazione di un bambino aggrappato al suo mito.
Lo sceneggiatore Nicola Guaglianone, parlando del rapporto sottile ma tenace che il piccolo protagonista instaura con il wrestler che, suo malgrado, lo condurrà verso la libertà, afferma che: «I miti portano sempre il nostro peso sulle spalle, e la scena finale colpisce perché non si penserebbe mai che un bambino possa trovare il coraggio di reagire al suo aguzzino».
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