“Oh, gioca la Maggica, andiamo via”. Così, lunedì sera, durante il Consiglio di Roma Capitale, in seduta permanente per approvare urgentemente il bilancio, molti consiglieri hanno deciso di abbandonare l’Aula Giulio Cesare per andare a vedere la partita della Roma. Poco importa che tra una settimana la Capitale d’Italia rischia il default e il commissariamento. C’è la partita.
Come se non bastasse la pausa calcistica, a intralciare i lavori sono arrivate le liti e una pioggia di emendamenti ed ordini del giorno. Il sindaco Marino non era presente in aula, era all’EUR ai cantieri della cosiddetta “Nuvola” e si è fatto lasciare il caschetto scherzando ironicamente sulla gomitata ricevuta giorni prima dal consigliere Dario Rossin.
L’oggetto del contendere si è spostato ieri sulla questione degli ordini del giorno mentre la riunione dei capigruppo ha stabilito un termine per presentarli pari a 12 ore. Intanto in Consiglio i lavori sono ripartiti, nonostante più di 40 ordini del giorno presentati dal capogruppo della lista Marchini che, per formulazione, avrebbero annullato tutti i precedenti. A questi si aggiungono i 200mila emendamenti presentati dalle opposizioni e i 30mila presentati dallo stesso Pd che sostiene lo stesso sindaco Marino.
Dopo la partita i lavori sono ripartiti, speriamo finiscano prima della prossima giornata di campionato.