“Prima le mamme e i bambini” non è solo uno slogan o il nome di un progetto, ma un impegno concreto e quotidiano per garantire l’accesso gratuito al parto sicuro e la cura del neonato.
Ancora oggi in Africa molte mamme e molti bambini muoiono perché non hanno a disposizione servizi sanitari adeguati. I problemi sono molti e, a volte, drammaticamente banali.
Come quanto già attivato da Save the Children in Etiopia, l’intervento promosso da Medici con l’Africa Cuamm, che coinvolge 4 ospedali e 22 centri di salute periferici, in Angola, Tanzania, Uguanda e di nuovo Etiopia, e si rivolge a una popolazione di 1.300.000 abitanti, ha come obiettivo raddoppiare in 5 anni il numero dei parti assistiti, passando dagli attuali 16.000 a oltre 33.000 l’anno, con un efficace coinvolgimento di ospedali e centri di salute governativi.
Il progetto, partito con il sostegno di quattro fondazioni bancarie è arrivato al secondo anno di attività. A Milano, sono stati presentati i risultati, ma anche le storie e i protagonisti, di chi ogni giorno opera sul campo e che in due anni ha assistito 84.718 mamme e i loro bambini, garantendo 42.359 parti sicuri e gratuiti nei quattro ospedali e nei distretti di riferimento, di cui 3.180 parti cesarei.
“Resta molto da fare, ma con un incremento di quasi il 10% rispetto al primo anno, il traguardo dei 125.000 è più vicino. Quello che ci interessa è portare i numeri, parlare di risultati, sapendo che dietro ai numeri ci sono le persone, le tante mamme e bambini a cui vogliamo garantire un futuro. Perché la cooperazione è realmente portatrice di cambiamento solo nella misura in cui assume un costante orientamento all’accountability, alla cultura dei risultati” dichiara don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm.
Si tratta di una sfida strategica per continuare a combattere la mortalità materna e infantile.