Jefferson e Latina, amore vero: «Il mio sangue è nerazzurro»

Trovarsi a pochi passi dai playoff per la serie A è sicuramente una sensazione unica ed irripetibile. Farlo in una società alla sua prima apparizione in serie B è ancora più bello soprattutto per chi è stato tra gli artefici di questo importante salto. Il rapporto tra Jefferson e Latina è stato da subito idilliaco. Da quell’esordio con gol con il Siracusa nel 2011 fino al colpo di testa vincente con il Pisa nella finale playoff dell’anno scorso il brasiliano ha sempre scritto pagine importanti nella storia di questo club. Quest’anno però qualcosa è cambiato, qualche panchina in più e qualche sorriso in meno ma in campo la storia sembra non essersi fermata con la rete storica di domenica scorsa al Barbera di Palermo.

Jefferson è un signore, un ragazzo come noi che però ha talento da vendere. Un atleta che conosce il calcio e tutte le sue sfaccettature, ha saputo aspettare ed ora si gode questo momento magico. Forse è anche per questo che il legame con la città è diventato così forte. «Quando sono arrivato qui il rapporto con la città è stato subito fantastico – ha dichiarato l’attaccante ex Fiorentina – dopo la scomparsa di mio padre tutti mi sono stati molto vicino. Io cerco di ricambiare questo affetto dando sempre il massimo, aiutando la squadra, poi se raggiungiamo un obiettivo insieme è tutto ancora più bello. Ormai il mio sangue è nerazzurro e l’attuale posizione di campionato può fare solo che piacere. Ora però dobbiamo restare con i piedi per terra perché sappiamo che il cammino è lungo. In questa categoria appena molli un secondo prendi bastonate e ci vuole pochissimo per tornare nei bassifondi della classifica». Una posizione figlia anche del grande seguito che questa squadra sta avendo, statistica immeritatamente insolita da queste parti, soprattutto in casa: «Il Francioni stracolmo vale il dodicesimo uomo in campo – prosegue Jefferson – ci dà una spinta in più e sta facendo la differenza. La nostra curva, il nostro pubblico sono qualcosa di spettacolare e ci danno una carica particolare. L’entusiasmo che si vive in città è bellissimo, spero solo che duri per tanto tempo».

Entusiasmo scoppiato solo con il nuovo allenatore Breda che ha saputo ridare equilibrio ad una squadra davvero allo sbando: «Il mister è stato bravo a capire da subito il modulo giusto per questa squadra. A livello di gestione mi ricorda mister Pecchia, sa capire la squadra ed è questo il nostro successo. Pecchia è stato fondamentale anche per il mio recupero, grazie a lui e al dottor Tucciarone sono riuscito a riprendermi fisicamente. Dopo lo strappo di Barletta dell’anno scorso ho cominciato ad avere dubbi sulla mia carriera, stavo sempre male e non riuscivo ad avere continuità. Anche in quel momento ho ricevuto il sostegno di tutti, società, tifosi e compagni. E’ stato fondamentale poi seguire un programma di recupero adatto che mi ha fatto riprendere la condizione e poi dare una mano alla squadra per la promozione».

Dimenticando il passato bisogna vivere il presente ed è inevitabile aprire la porta su un sogno che al suo arrivo a Latina non era nemmeno preventivabile: «Serie A? Stiamo parlando di calcio – sorride il centravanti nerazzurro – e dobbiamo restare con i piedi per terra. Stiamo giocando da squadra ed è questo il nostro punto forte, poi faremo i conti alla fine perché bisogna sempre stare sul pezzo. Posso solo dire che nel calcio nulla è impossibile. Io quest’anno sono molto sereno e questo mi sta facendo fare la differenza negli allenamenti. E’ normale che tutti vogliono giocare ma Ghezzal e Jonathas sono giocatori di categoria superiore e questo lo so. Io continuo a lavorare, quando il mister mi metterà in campo darò il massimo per questa squadra, quando non giocherò aspetterò il mio momento cercando di farmi trovare pronto. Sicuramente alcuni miei compagni della passata stagione ora stanno soffrendo. Il calcio però è così, bisogna solo allenarsi con serietà e saper aspettare il proprio momento».

FOTO PAOLA LIBRALATO PER USLATINACALCIO.IT

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