A sei anni dalla sua uscita ha ricevuto più di cento premi internazionali, tra cui nel 2011 il Premio del Pubblico del Festival di Berlino e precedentemente nel 2009 il Premio per la migliore opera di animazione all’ I’ve seen films, un festival cinematografico internazionale che si tiene a Milano.
“El empleo” è il cortometraggio più premiato in assoluto in Argentina, Paese da cui provengono il suo creatore Patricio Plaza e il regista Santiago Bou Grasso. Dai tantissimi premi internazionali che il video si è guadagnato è facilmente intuibile che il suo successo ha raggiunto un livello mondiale.
Qual è la ragione del suo successo? “El empleo” racconta l’uomo medio, o meglio il lavoratore medio, senza distinzione tra l’uomo argentino e quello italiano per esempio. Secondo Patricio Plaza ogni uomo è schiavo dell’altro. Descrive una persona che non lavora più per passione ma per servire qualcuno al di sopra di lui. L’uomo lavora come una macchina: ci sono l’uomo-sedia, l’uomo-specchio, l’uomo-tavolo. E infine arriva l’uomo-zerbino, colui che pensa di avere tutti al suo comando ma che invece è vittima egli stesso del sistema-lavoro, che rende tutti delle macchine.
Infatti “el empleo” racchiude un duplice significato: “impiego”, “lavoro”, che è l’argomento cardine del cortometraggio; ma significa anche “uso”, in quanto Plaza mette in evidenza come ognuno utilizzi l’altro per il proprio volere in una sorta di circolo vizioso. Non esiste il rapporto con l’altro, o meglio esiste ma è solo funzionale ai propri bisogni.
Anche la fotografia utilizzata evidenzia la tristezza dell’uomo moderno nel suo lavoro: colori spenti, grigi, disegni scabri, visi stilizzati con occhi spenti caratterizzano il corto per tutta la sua durata. Un rimedio a tutto questo però c’è, e ce lo dice l’uomo-lampada. Guardate il video.
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