Per Alessandra Dalu, madre di una bambina, sposata con un uomo disoccupato, al dramma dell’alluvione in Sardegna si è aggiunta la notizia del licenziamento, ricevuta via sms dal datore di lavoro.
La scorsa settimana, mentre la Sardegna era sommersa dall’acqua a causa del devastante ciclone Cleopatra, tutto il Paese si è attivato per mettere velocemente in moto la “macchina della solidarietà”. La donna sarda, invece, avrebbe visto arrivare accanto al disastro meteorologico, anche la beffa del licenziamento attraverso messaggino sul cellulare. Alessandra ha denunciato la vicenda ad una tv sarda, raccontando che quel giorno era corsa in aiuto della sorella, per liberare la casa popolare in cui viveva ad Olbia dall’acqua e dal fango. Aveva perciò avvisato la facoltosa famiglia per cui lavorava, peraltro senza regolare contratto.
Faceva le pulizie presso la villa e gli uffici dell’impresa di costruzioni di quella famiglia di Olbia, che senza alcuno scrupolo l’avrebbe liquidata con un messaggio: “Non abbiamo più bisogno di te”. Non aveva un contratto e dunque non aveva neanche il diritto di assentarsi per soccorrere un familiare in difficoltà. Probabilmente questo il presupposto del datore di lavoro insensibile al dramma della sua stessa città. Anche lui di Olbia, non ci avrebbe pensato due volte prima di commettere l’ingiustizia nei confronti di un donna che già con grossi sacrifici e uno stipendio di circa 550 euro al mese, in nero, manteneva la propria famiglia, dopo che il marito era rimasto senza lavoro.
La notizia ha fatto così il giro dei quotidiani e del web, suscitando l’indignazione di tutti coloro che si sono prodigati e si stanno ancora impegnando per portare solidarietà e aiuti alla popolazione sarda.
Ma Salvatore Bassu e la moglie Rossella Tedde, i due coniugi olbiesi accusati dalla collaboratrice domestica di averla licenziata in tronco per essersi assentata il giorno dopo l’alluvione per aiutare la sorella, non ci stanno a passare come carnefici senza cuore. Per questo dalle pagine dell’Unione Sarda hanno rigettato l’accusa e hanno attaccato: “L’intento è quello di ottenere un indebito profitto“.
Secondo la coppia la storia che ha fatto il giro d’Italia “è totalmente falsa“. E raccontano: “Quando la mattina di martedì 19 novembre, all’indomani della drammatica alluvione che ha devastato Olbia, Alessandra Dalu ci ha avvisato dell’ impossibilità di recarsi al lavoro non ci siamo affatto stupiti visto che anche noi eravamo impegnati a prestare soccorso a vicini, amici e familiari. Semplicemente, vista la situazione, la risposta al messaggio sms di Alessandra Dalu significava non c’è problema, non ti preoccupare per noi, non abbiamo bisogno“. Invece la donna avrebbe chiamato i media divulgando una notizia che non corrisponderebbe alla realtà, arrecando così un danno di immagine al nome della famiglia e quindi dell’impresa che questa gestisce.
I due datori di lavoro hanno anche precisato che la donna “non è mai stata dipendente della famiglia, non ha mai avuto un rapporto subordinato con la ditta Bassu né percepito una retribuzione fissa perché il lavoro di pulizia è consistito in prestazioni occasionali. Quindi non è mai stata una lavoratrice in nero“.
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