L’ottimismo è figlio della nostalgia

“Esperienza è il nome che diamo ai nostri errori”. [O. Wilde]

La storia è maestra di vita, infatti, grazie agli errori e alle esperienze si accresce il proprio bagaglio personale. Il futuro è un’incognita alla quale bisogna rivolgersi con oculata attenzione e con sfuggente aggressività costruttiva. I giovani in particolar modo “mordono il futuro” non dimenticando il retrogusto del passato.
La postilla “ansia del domani” sussiste in una microscopica parte dell’ego umano che può essere facilmente rimossa attraverso un percorso individuale a “ritroso”.

Secondo una ricerca, condotta dai ricercatori dell’Università di Southampton e pubblicata su Personality and Social Psychology Bulletin, si può affermare come la malinconia non sia semplicemente un sentimento orientato al passato, ma anche una spinta la cui portata è capace di estendersi verso il futuro, finalizzanta a nuovi punti di vista e a prospettive positive e costruttive.

Gli studi articolati in tre fasi hanno stabilito come gli effetti della nostalgia influiscano in maniera ponderosa su sentimenti ed emozioni, combattendo gli stati d’ansia nei confronti del domani e condizionando la visione della vita in chiave positiva.
Durante la prima osservazione, dividendo i partecipanti in due gruppi “nostalgici” ed “ordinari”, si è potuto constatare che i partecipanti ai quali è stato chiesto di far riemergere nei loro ricordi un pensiero nostalgico e di scriverne in proposito, rispetto a coloro ai qualiè stato domandato di ricordare un evento ordinario ed elaborare su di esso allo stesso modo, hanno proposto dei racconti con un utilizzo enfatico del gergo ottimistico.

Una seconda osservazione sperimentale è stata indirizzata sulla disciplina musicale. La musica, per antonomasia, è uno dei maggiori strumenti che evoca sentimenti nostalgici. Fin troppo spesso, di fatto, capita nella quotidianità di associare a un brano musicale un determinato evento biografico anteriormente vissuto e percepire l’esperienza emotiva come positiva o negativa. I partecipanti, divisi canonicamente nei due gruppi nostalgico ed ordinario, hanno offerto ai ricercatori dati davvero interessanti, poiché si è osservato che coloro i quali erano stati soggetti all’ascolto prima e alla lettura dei testi di brani musicali nostalgici dopo, abbiano riportato livelli più elevati di ottimismo ed entusiasmo conoscitivo rispetto a quelli che avevano ascoltato la canzone etichettata come “normale”.

L’autore dello studio, il dottor Tim Wildschut, secondo quanto riportato da La Stampa, esprimendo un parere sui risultati ottenuti dallo studio ha dichiarato che “la nostalgia aumenta l’autostima, che a sua volta fa aumentare l’ottimismo. Tutto ciò agisce come un balsamo per chi nutre preoccupazioni verso il futuro, che così appare più luminoso e amico”.

In sostanza: “domani è un altro giorno”. E saperlo vivere con la consapevolezza del proprio passato aggiunge una spinta ottimistica insperata.

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