Drake Diener: professione, tiratore. Non si tratta della carta d’identità di un soldato, ma è questo il ruolo del bombardiere americano in maglia Dinamo Sassari, meglio noto come ManDrake. Da anni in Italia, il giocatore nativo di Fond du Lac, Wisconsin, sta attraversando una delle fasi più rosee della propria carriera. Amato dal pubblico, temutissimo dagli avversari, si erge protagonista in ogni match di campionato, a suon di triple.
Le medie realizzative sono sempre state ottime: guardia tiratrice pura, meccanica di tiro ottima con rilascio del pallone in tempi infinitesimali, abile nello sfruttare i suoi 196 cm per salire e scoccare la saetta quasi sempre a segno. Debordante talento offensivo che lo rende una preziosa arma tattica nello scacchiere di coach Sacchetti.
Con il cugino Travis, forma una coppia devastante, perfetta simbiosi tra creatore e finalizzatore: il presidente Sardara è riuscito a confermare entrambi anche per questa stagione, la terza in Sardegna per Drake, sbarcato nell’isola nella stagione 2011-12. Un progetto ambizioso quello del presidente della Dinamo, convinto di poter trarre grandi benefici dall’unione tra la genialità del play naturalizzato della nostra nazionale e ManDrake, arrivato dopo una lunga militanza nella nostra serie A. Il ricongiungimento con il cugino, con cui aveva giocato solo a livello liceale allenati dal padre di Drake stesso, ha dato i suoi frutti e il Banco di Sardegna da anni si rivela squadra da evitare nella corsa al titolo.
Una storia, la sua, fatta non di solo basket: atleta dell’anno per due volte consecutive presso l’università di DePaul, Chicago, viene colpito dal morbo di Chron nel 2005. Da vero combattente non si fa fermare dall’infausto destino ed inizia la sua spedizione in Italia. A Castelletto Ticino trova il suo mentore cestistico, Meo Sacchetti: il pregio dell’attuale allenatore della Dinamo è sempre stato quello di lasciar liberi i propri giocatori, fidandosi ciecamente del loro talento, senza incardinarli in schemi fin troppo restrittivi.
E Drake ringrazia: alla sua prima esperienza in Italia segna 442 punti in 26 partite. Tappa successiva Capo d’Orlando, sempre agli ordini di coach Sacchetti, dove si afferma come capocannoniere del campionato per lunghi tratti della stagione, convincendo Siena a firmarlo per il campionato successivo. L’esperienza senese non è stata troppo positiva: tante pressioni, una squadra che aveva necessità di confermarsi ad altissimi livelli in Italia e in Europa, e il non indifferente impatto con l’Eurolega. Drake Diener riesce comunque a ritagliarsi uno spazio nella Mens Sana campione d’Italia nel 2007-08, ma preferisce tornare li dove tutto era iniziato, in Sicilia da Sacchetti.
Le disavventure societarie dell’attuale Orlandina lo costringono a virare per altri lidi ed approda prima ad Avellino poi a Teramo per due stagioni dove tocca quota 750 punti in poco più di 50 partite. Arriva la nuova chance: Sassari sta mettendo su una squadra di livello per poter competere nella massima serie, e per alzare la posta in palio viene chiamato da una voce amica, quella di Travis Diener.
I due cugini, cresciuti a pane e pallacanestro, incantano l’isola portando la realtà sassarese a livelli mai raggiunti: lo scorso anno la beffa nei playoffs con Cantù, con la Dinamo ampiamente favorita per raggiungere le finali per il titolo. Quest’anno la nuova avventura, partita col botto con la straordinaria prestazione balistica contro Pistoia in cui Drake ha messo a segno 7 triple su 9 tentativi.
Tra i capoclassifica alla voce punti, come sempre del resto in Italia, non manca il suo apporto anche nelle insidiose sfide di Eurocup. L’ultima magia di Drake Diener è avvenuta domenica sera: 1 secondo e spiccioli, palla ricevuta da Marques Green, palleggio, arresto e boom, solo rete. PalaSerradimigni e coach Sacchetti in visibilio per l’ultima ManDrakata. Il prestigiatore con le mani di seta continua ad incantare.
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