È salpata la “Nave Popolare”. Ecco il nuovo gruppo messo in cantiere da Mauro e Casini, dopo il traumatico divorzio da Scelta Civica. Al Teatro Quirino di Roma, gremito di persone e ricoperto di vessilli tricolore, i “Democratici Popolari” guidati dal responsabile della Difesa e da Lorenzo Dellai, Lucio Romano, Mario Marazziti, Andrea Olivero, Gregorio Gitti, hanno celebrato il battesimo dell’Assemblea Popolare per l’Italia. Un’iniziativa che ha trovato piena adesione nell’Unione di Centro di Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa, che da tempo auspicavano una confluenza in una nuova grande aggregazione, “costola italiana del PPE”.
Tuttavia, entusiasmo e convinzione non hanno sciolto gli interrogativi aperti dai rivolgimenti in corso nell’universo politico cattolico. La corsa al centro aveva conosciuto un soprassalto di vigore con la caduta, nel 2011, del governo Berlusconi e il clamoroso rimpiazzo extra elettorale del governo Monti. In questo contesto, Scelta Civica ha rappresentato, al di là probabilmente delle intenzioni montiane, il nuovo, luccicante “taxi per il centro” sul quale si sono avventati nuovi e vecchi personaggi vogliosi di cogliere l’occasione giusta per partecipare al tavolo della guerra e della pace terzo polista. Per qualche mese il calcolo è parso tornare. Nel frattempo, tuttavia, il collante dell’Agenda Monti andava perdendo la sua presa carismatica su Scelta Civica, nella quale cominciava a delinearsi un percorso di differenziazione di metodi ed obiettivi, tanto che la scorsa settimana Mario Mauro se ne andava sbattendo la porta dall’assemblea nazionale del partito di Mario Monti e Alberto Bombassei.
Con queste premesse, in questa prima fase i protagonisti della “Nave popolare”, per ritagliarsi un proprio spazio elettorale, tendono a marcare le differenze culturali rispetto al Nuovo Centro-destra, nato dal Big Bang del Popolo della libertà, in quanto è evidente che con il gruppo di Alfano condividano finalità politiche e identico elettorato. Mentre è da ritenersi remota, se non addirittura impossibile, la prospettiva di una futura alleanza con Forza Italia 2.0, galassia della destra e Lega Nord. Tuttavia, dopo il 7 dicembre, giorno in cui è fissata la prima assemblea del Nuovo Centro-destra, inizierà un lavoro diplomatico tra i neonati partiti, in quanto non ci sono le condizioni affinché l’uno possa fare a meno dell’altro e viceversa in vista delle prossime elezioni.
A prefigurare i contorni culturali dell’iniziativa messa in campo è un Manifesto letto da Lorenzo Dellai e Lucio Romano, presidenti dei nuovi gruppi parlamentari della Nave popolare. “Per una democrazia comunitaria” è il titolo dell’appello finalizzato a riunificare tutti i popolari oggi dispersi in diverse realtà partitiche, “ad aggregare cattolici e laici in una visione antropologica affine a quella propugnata da Papa Francesco e dalla dottrina sociale della Chiesa, a lungo scippata da destra e sinistra in una fase di acuta crisi economico-sociale”. Il programma politico, invece, si basa essenzialmente sull’introduzione di una fiscalità che valorizzi e premi la famiglia e chi ha il coraggio di fare i figli.
“Nasce senza dubbio una nuova forza politica che ha la pretesa di costituirsi non come una scialuppa, ma come un cantiere per la costruzione di una nave“, ha affermato alla convention Mauro, ribadendo che non si sta dando vita ad una rifondazione del centro-destra né ad operazioni nostalgiche di nuova Democrazia cristiana, ma ad una formazione convinta sostenitrice dell’esperienza del governo di larghe intese, ritenuto l’unica arma a disposizione della politica contro il populismo.
Agli occhi del segretario dell’UDC, Lorenzo Cesa, il fenomeno populista oggi viene incarnato da tre figure, che sembrano però raccogliere l’adesione maggioritaria dell’opinione pubblica: Silvio Berlusconi, Beppe Grillo, Matteo Renzi. L’alternativa, spiega il ministro della Pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia, è “un movimento popolare che viva partendo dalla partecipazione diffusa e rifiuti di costruire una leale leadership per cooptazione o per immagine mediatica”. Rivolto al Nuovo Centro-destra, il rappresentante dell’esecutivo ritiene percorribile un percorso condiviso a una condizione: far calare il sipario su una dinamica bipolare che non ha offerto effetti positivi. Con il bipolarismo, rimarca Pier Ferdinando Casini, deve tramontare “la stagione degli uomini della provvidenza”. È questo, a giudizio dell’ex Presidente della Camera dei deputati, il requisito per una seria ricostruzione dei partiti politici, capaci di contestare una politica comunitaria punitiva per le classi popolari e foriera dell’avvento del populismo anti-europeo.
Ispirata all’eredità di Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi, la Nave popolare è composta da un gruppo di persone, attento alla partecipazione e sensibile alle autonomie, in grado di rispondere all’esigenza di una nuova cittadinanza e di uno sviluppo profondamente diverso, basato sulla dignità della persona, sui beni relazionali, sul ben-vivere, sull’accoglienza, in cui sia possibile affrontare, non incalzati o schiavizzati da parametri, da burocrazie, da sistemi finanziari e commerciali anti-democratici. Un “centro” di idee e di proposte, non di sigle e di collocazioni parlamentari.