Roma Caput Mundi. 2000 anni fa, come oggi, la capitale italiana continua ad essere una meta bramata da qualsiasi uomo sulla terra. Pare infatti che la Roma, intesa come la squadra giallorossa, dopo esser passata dalla storica presidenza dei Sensi al controllo americano di James Pallotta, abbia suscitato un grandissimo interesse anche in Chen Feng, miliardario imprenditore cinese. Queste voci, ancora molto discusse, certificano tuttavia il crescente interesse verso la Serie A ed il giro d’affari che la circonda da parte di investitori stranieri.
Aprire le porte a capitali provenienti dall’estero garantirebbe infatti al calcio italiano una linfa economica vitale per poter competere con gli altri campionati europei, letteralmente invasi da parte di decine di imprenditori, sceicchi e magnati. Il prezzo da pagare per questi interventi è chiaramente rinunciare a quel rapporto storico e affettivo che legava le società ed i tifosi alle storiche presidenze, come ad esempio il legame tra la famiglia Moratti e l’Inter o tra i Sensi e la Roma.
L’era Thohir è ormai iniziata ufficialmente tra la malinconia del tifoso più nostalgico e l’eccitazione dell’interista più desideroso del riscatto sportivo. Il magnate indonesiano ha portato nelle casse nerazzurre centinaia di milioni di euro ed è stato accolto in pompa magna all’assemblea di Lega, nella quale per l’occasione è intervenuto anche il vice presidente del consiglio Angelino Alfano. I benefici economici della nuova proprietà sono evidenti ed immediati, in quanto sarà proprio il gruppo di Thohir ad adempiere ai buchi in bilancio lasciati da Massimo Moratti mentre per quanto riguarda il calcio mercato le idee sembrano chiare: investimenti importanti, ma oculati e spazio ai giovani e al rinnovamento.
Il capitolo Roma merita invece un approfondimento particolare in quanto in queste ultime ore l’ipotetico ingresso cinese sta suscitando molte polemiche e contraddizioni.
Va ricordato come 2 anni fa furono proprio i giallorossi i veri precursori di questo trand, venendo acquistati dal gruppo con a capo Tom Di Benedetto prima e da James Palotta poi.
Il primo biennio non ha tuttavia rispecchiato le aspettative che si erano generate dopo il cambio di proprietà ma questa stagione sembra finalmente render merito alla nuova gestione tecnica della Roma.
Il buon lavoro svolto sul campo dagli uomini di Garcia ha inevitabilmente suscitato un rinnovato interesse nel “marchio Roma”, un simbolo facilmente esportabile in tutto il mondo.
Da qui la notizia recente di una trattativa tra Unicredit, la banca che detiene il 31% delle quote della società giallorossa e l’imprenditore cinese Chen Feng.
Nella giornata di ieri tuttavia è stato proprio il presidente Pallotta a smentire pubblicamente la trattativa dichiarando:”Contrariamente a recenti notizie riportate non ci sono negoziati in corso tra noi e potenziali investitori cinesi. Siamo continuamente costernati per la diffusione da parte di Unicredit di sciocche e imbarazzanti informazioni false sui media. Questo è vergognoso e fa male a me, alla nostra squadra e ai nostri tifosi. Chiunque sia coinvolto in questo tipo di attività deve essere ritenuto responsabile per eventuali danni causati al nostro club dentro e fuori dal campo e dovrebbe chiedere scusa ai nostri tifosi. Forza Roma!”
Dichiarazione pesantissime, destinate a creare una frattura importante tra le parti che gestiscono la Roma. La banca romana infatti non si è fatta pregare ed ha confermato con un comunicato stampa la trattativa con Chen Feng. Sono attesi nel prossimo mese importanti sviluppi per quanto riguarda questo affare che potrebbe ulteriormente cambiare gli equilibri in casa Roma.
Il nostro campionato apre le porte ad un fenomeno inevitabile, la globalizzazione. La speranza è che i vertici della Serie A siano bravi nello sfruttare le idee e le risorse provenienti dall’estero, senza però perdere i valori e le tradizioni caratteristiche delle nostre storiche proprietà come il rapporto che Lega il Milan alla famiglia Berlusconi e soprattutto la Juve alla famiglia Agnelli.
Un occhio rivolto al futuro quindi, senza dimenticare un glorioso e storico passato.