L’ Iran ha raggiunto un accordo storico con le potenze del 5+1, accettando severi vincoli sul suo programma nucleare per la prima volta in un decennio, in cambio di un parziale esonero dalle sanzioni. L’accordo è stato firmato alle 4.30 di domenica mattina a Ginevra e segna una svolta sulla questione del nucleare in Iran. In base ai termini dell’accordo, il Paese mediorientale si è impegnato a interrompere l’arricchimento dell’uranio sopra il 5% e a neutralizzare le sue riserve di uranio arricchito al 20%, mentre Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania non imporranno per i prossimi sei mesi sanzioni a Teheran.
L’accordo, salutato in America come “la più significativa realizzazione della politica estera della presidenza di Barack Obama“, è inteso come il primo passo di un processo finalizzato alla risoluzione permanente del programma nucleare iraniano, che ha fatto temere a livello globale per la minaccia di una nuova guerra in Medio Oriente.
I negoziati sono andati avanti per quattro giorni e fino alla fine si è temuto che anche questa volta l’accordo potesse slittare, come era già accaduto in un precedente incontro sempre a Ginevra. Ma in un clima di tensione, in cui i ministri si sono dati “battaglia su ogni parola”, alla fine si è giunti ad un’intesa. “Questo accordo è un primo importante passo e apre il tempo e lo spazio per andare avanti con nuovi negoziati e raggiungere entro sei mesi un accordo generale“, ha commentato a caldo il presidente americano Barack Obama.
Anche il primo ministro britannico, David Cameron, ha detto che l’accordo “dimostra come il persistente lavoro diplomatico e sanzioni dure insieme possano aiutarci a sostenere il nostro interesse“.
Hassan Rohani, il presidente iraniano, si è detto soddisfatto dell’accordo e ha sottolineato che il “positivo risultato” è stato raggiunto grazie al “rispetto dei diritti dell’Iran” sul nucleare. Secondo Rohani “le minacce non possono portare alcun frutto” e l’accordo raggiunto con i Paesi del 5+1 rispetta i “diritti nucleari” di Teheran, cioè la possibilità di mantenere un programma nucleare senza mai cercare di dotarsi di armi atomiche.
“Un errore storico” invece, secondo il premier israeliano Benyamin Netanyahu. “Il mondo è oggi più pericoloso” avrebbe detto il premier, aprendo la seduta settimanale del consiglio dei ministri.
Netanyahu, che ha puntato la sua premiership sulla necessità di difendere Israele contro la minaccia iraniana anche con un’azione militare, se necessario, deve ora affrontare un ulteriore isolamento dagli alleati chiave in Occidente. La questione aveva già reso tesi i rapporti tra Israele e gli Stati Uniti nelle ultime settimane.
Parte dell’accordo prevede, inoltre, per l’Iran l’ accesso all’equivalente di 4,2 miliardi di dollari in valuta straniera, stando a quanto riportato dall’agenzia iraniana Isna. Dovrebbe trattarsi di fondi derivanti dalla vendita di greggio per lo più depositati in banche asiatiche, a cui Teheran non aveva accesso a causa delle sanzioni. Dovrebbero essere sospese anche alcune misure che colpiscono il commercio di oro e metalli preziosi, il settore dell’auto e le esportazioni iraniane di prodotti petrolchimici.
Ma, dopo la chiusura dell’incontro, Obama ha comunque sottolineato che: “Se Teheran non manterrà i suoi impegni entro i prossimi sei mesi, gli Stati Uniti riprenderanno il programma di sanzioni dure e torneranno a fare nuove pressioni“. Aggiungendo poi anche una nota sulla posizione degli USA nei confronti di Israele: “Come Comandante in capo mi assumo la responsabilità di voler raggiungere il risultato in modo pacifico evitando la corsa per verso l’uso della forza. Rimane fermo il nostro impegno verso i nostri alleati, in particolare Israele e i nostri partner nel Golfo, che hanno buone ragioni per essere scettici sulle intenzioni di Teheran“.