Il tempo stringe. Mancano ormai solo quattro giorni alla discussione in Senato per la decadenza dal parlamento di Silvio Berlusconi, che presumibilmente passerà nel giro di pochi giorno all’opposizione. L’ex premier, tuttavia, in un incontro tenutosi a Roma con “Giovane Italia”, si difende e punta il dito contro i suoi nemici storici: la Magistratura democratica, la sinistra e i giornali. Nel mirino finisce soprattutto Magistratura democratica, accusata dal Cavaliere di detenere il monopolio della giustizia. Anche la sinistra subisce pesanti attacchi: Berlusconi ribadisce l’influenza politica che detiene sui media e sulla stessa Magistratura. Tra le varie polemiche riportate nel discorso, il voto per la decadenza viene definito un vero e proprio colpo di stato: il risultato di vent’anni di tentativi falliti per rimuoverlo dalla politica italiana.
Nel meeting, inoltre, il Cav lancia anche un appello al Quirinale: Napolitano dovrebbe concedere la grazia al Cavaliere e cancellare la condanna per frode fiscale, senza la formale richiesta del diretto interessato. “Non solo non ci sono i termini per la clemenza, sono stati usati anche toni senza misura”, ribatte però il Presidente della Repubblica.
Al termine del discorso (durato 90 minuti senza interruzioni) l’ex premier viene congedato tra le richieste d’autografi di molti giovani e l’inno, ritrovato, di Forza Italia. La dichiarazione, oltre a generare polemiche, riempie anche di nuova energia l’animo di coloro che vedono ancora nel Cavaliere una guida idonea per il Paese, diminuiti ma non estinti.
Dopo la decadenza, ci sarà il carcere per Silvio Berlusconi? Non è ancora chiaro anche se piuttosto improbabile.
L’ultima parola, in ogni caso, spetterà al Senato. Nel frattempo Angelino Alfano dichiara che non parteciperà alla manifestazione del 27 per non lasciare il Paese sprovvisto di una guida, in vista della decadenza di Berlusconi.