L’ansia è una normale emozione, riscontrabile in tutti gli esseri umani, presente in vari momenti della vita. O almeno questo è quello che è sempre stato affermato dal punto di vista scientifico, poiché i preconcetti culturali che associano l’ansia al mondo femminile, sono sempre stati il pensiero comune. La maggiore predisposizione delle donne a stati d’ansia e depressione potrebbe essere dovuta a un carico emotivo non indifferente che il gentil sesso ha il compito di portare. Dare alla luce una nuova vita, esponendosi a determinati rischi a livello fisiologico, per poi prendersi cura della prole, ha fatto sì che la donna sviluppasse un sesto senso capace di individuare pericoli, riconoscere e prevenire i rischi.
Ora però la questione supera la condizione di semplice preconcetto associandogli basi scientifiche legate alla genetica. L’ansia è sinonimo di donna ed è tutta questione di geni.
Questo è quanto afferma uno studio italiano eseguito all’Istituto di scienze neurologiche del Consiglio nazionale delle ricerche di Catanzaro. Le rappresentanti del gentil sesso sono geneticamente più ansiose rispetto ai maschi. Nello sviluppo di questo stato giocherebbe un ruolo fondamentale una variante del gene 5-Httlpr, che regola la serotonina, causando un aumento della quantità di questo neurotrasmettitore, capace di variare i comportamenti emotivi. Lo studio ha analizzato l’anatomia cerebrale di centinaia di soggetti sani, dimostrando come l’effetto di questa variante genetica sia influenzata dal sesso, avendo le donne una diversa regolazione e livelli di serotonina maggiori rispetto agli uomini.
Tutti dati scientifici da non sottovalutare, che offrono pur sempre una visione generalizzante di una problematica che dal punto di vista sociale subisce un incremento non indifferente. Spiacevole e sinonimo di disagio sociale e psicologico, l’ansia così come la paura è necessaria per attivare il campanello di allarme in situazioni di pericolo. Generalmente è una condizione utile, un meccanismo di difesa nei confronti di circostanze particolarmente sgradevoli. Superando un certo limite rischia però di fornire la base di sviluppo di vari disturbi, come gli attacchi di panico, le fobie o la depressione. Tutte problematiche particolarmente diffuse, dovute anche a una società in cui sviluppare un particolare fiuto per i pericoli è una condizione di sopravvivenza necessaria.
Una società, però, che in quanto a protezione soprattutto femminile lascia a desiderare.
L’essere ansioso diventa una condizione quotidiana spontanea, un meccanismo di difesa, un effetto secondario dovuto allo stress continuo a cui si è sottoposte. Lo stato d’ansia e le emozioni che ne derivano potrebbero essere facilmente regolate ed equilibrate da un processo di accettazione dei rischi e dei pericoli del mondo.
Le donne ne sono capaci. Scienza permettendo.