“Lucariè t’e piace o presepe’?”. Il celebre tormentone di Natale in casa Cupiello ce lo insegna: angeli, zampognari, pastori a Napoli sono una cosa seria, serissima. La regola vuole che ogni anno il presepe si debba ingrandire, anche se si tratta di aggiungere un solo elemento, il che rende obbligata una tappa a San Gregorio Armeno, la famosa via dei presepi. Nel cuore del centro storico di Napoli, patrimonio mondiale tutelato dall’Unesco, sull’antico cardine della città greco-romana che congiunge il decumano maggiore (Via dei Tribunali) e quello inferiore (Via San Biagio dei librai o Spaccanapoli), s’inerpica questa stradina stretta, da secoli fulcro dell’arte presepiale partenopea.
Qui, in questo angolo nel ventre di Napoli, si susseguono decine di botteghe aperte tutto l’anno. Ma è in prossimità delle festività natalizie che questo luogo sprigiona tutto il suo fascino in un caleidoscopio unico di luci, suoni e colori. In quei periodi è quasi impossibile percorrerlo senza dover sgomitare tra la folla di napoletani e di turisti curiosi che da ogni parte del mondo si ritrovano ad ammirare estasiati gli oggetti in esposizione.
Quella del presepe è un’arte che viene da lontano. Nella zona dove oggi sorge la chiesa di San Gregorio Armeno, in epoca romana esisteva un tempio dedicato alla dea Cerere, a cui la popolazione locale offriva statuine votive di terracotta, realizzate nelle botteghe vicine. La tradizione si estese nei secoli successivi trasformandosi nella raffinata arte, così come la conosciamo oggi, solo nel XV secolo quando compaiono i primi figurantum sculptores. In questo periodo il presepe napoletano mantiene la sua struttura classica raffigurante la Sacra famiglia ma nel Seicento si apre al mondo “profano”.
Gesù nasce tra una folla di umili personaggi popolani come i ciabattini, mendicanti, osti, venditori di frutta o di carne, pescatori, acquafrescai, osti, lavandaie, tutti colti in scene di vita quotidiana, che divennero sempre più particolareggiate e sfarzose, fino a raggiungere l’apice della rappresentazione nel ‘700, il secolo d’oro del presepe napoletano. Attorno alla corte di Carlo III di Borbone infatti si riunirono i più importanti artisti dell’epoca, come Giuseppe Sammartino, per far sì che queste opere potessero riflettere la magnificenza della corte Borbonica. L’estro degli artigiani napoletani si è tramandato intatto di generazione in generazione. E ancora oggi con un po’ di legno, sughero, muschio e cartone, , i vari Maestri Di Virgilio, Capuano e Ferrigno danno vita a straordinarie opere d’arte che si ispirano alla gloriosa tradizione dei presepi napoletani del ‘700 – ben rappresentata dal Presepe Cuciniello, conservato al Museo San Martino.
In bella mostra tra le bancarelle o sugli scaffali all’interno dei negozi, c’è un’infinita varietà di statuine, in tutte le misure e di ogni prezzo. Le più diffuse sono quelle di terracotta, ma ce ne sono altre ancora più preziose perché abbigliate con veri indumenti di stoffa cuciti a mano. Tra i banchi del mercatino si può trovare davvero di tutto, fino al più piccolo particolare per impreziosire la coreografica scenografia del presepe: cesti colmi di frutta, verdura e pagnotte, case, lampioni, mattoni, tegole, miniature di piatti in porcellana e suppellettili varie. E poi, ancora, fontane e fiumi con l’acqua vera, mulini a vento, macine, forni e pastori azionati da un meccanismo elettrico, dal pizzaiolo che inforna al fabbro che martella l’incudine. Una umanità in miniatura che fa da contorno all’elemento divino e religioso della natività.
L’attività nelle botteghe di via San Gregorio Armeno non si ferma solo a questo. Accanto alla Sacra famiglia, ai Magi e all’immancabile pastore dormiente Benino, trovano spazio anche i simboli più folcloristici della tradizione partenopea, da pulcinella ai corni portafortuna, fino ai “pastori vip”: statuine di personaggi noti dell’attualità, che denotano la creatività e l’ironia del popolo napoletano. Gli intramontabili? Totò, Troisi, San Gennaro e Maradona. Ma ogni anno la fantasia degli artigiani si scatena nella realizzazione, a tempo di record, di pezzi nuovi con le fattezze del personaggio di turno salito alla ribalta per un motivo o per un altro. Tra le new entry di quest’anno ci sono Papa Francesco, gli idoli dei tifosi napoletani come Higuain e Benitez (addirittura a grandezza naturale), il Capitano Schettino, Corona in manette, Lady Gaga, William e Kate con in braccio il principino George, fino a Stefano e Belen vestita da sposa.