L’Ucraina dice no all’Europa. Questo è quanto ha stabilito oggi con un decreto il premier Mykola Azarov. Una decisione a sorpresa, giunta dopo un lungo processo di avvicinamento tra le due parti che avrebbe dovuto portare alla firma di un trattato di associazione con l’Ue, appuntamento fissato per il 29 novembre a Vilnius.
Il ministro dell’Energia Yuri Boiko chiarisce i motivi della scelta: l’Ucraina in un momento così delicato non può recidere i legami con la Russia, considerato il rifiuto di Bruxelles di garantire la copertura delle perdite nel commercio con Mosca.
Ma c’è chi pensa che la vera artefice del mancato accordo sia proprio Mosca. In questi mesi, infatti, i Russi avrebbero esercitato forti pressioni per convincere Kiev a desistere dall’adesione all’Ue, anche minacciando gravi ripercussioni sul piano delle forniture di gas. L’Ucraina è oggi una nazione attraversata da una grave crisi economica e secondo molti l’ingresso nell’Unione Europea avrebbe avuto un effetto positivo, scongiurando l’incubo del crac finanziario. Invece il governo guidato da Azarov ha optato per un riavvicinamento alla Russia.
Delusa la diplomazia europea. “Prendiamo atto che la nostra missione è finita. Peccato che non si sia conclusa con la firma, ma è una scelta dell’Ucraina, non nostra” commenta Aleksander Kwasniewski, inviato Ue per l’Ucraina. “C’è amarezza non solo per l’Ue ma, crediamo, per tutto il popolo ucraino” ha ribadito la rappresentante per gli Affari esteri Catherine Ashton.
Soddisfatta la Russia, che dopo aver inflitto agli Usa una pesante lezione diplomatica nell’ambito della questione siriana, ottiene un nuovo importante successo che rafforza ulteriormente il suo ruolo sullo scenario internazionale.
In Ucraina intanto, l’Ukrainskaya Pravda, noto quotidiano filoeuropeista, parla senza mezzi termini di “giovedì nero”. Secondo la testata c’era l’opportunità di intraprendere un percorso importante e vantaggioso da entrambe le parti, invece si è scelto di sbattere la porta in faccia all’Europa, perdendo così l’occasione di uscire dall’orbita d’influenza russa e sbloccare la difficile situazione economica del Paese.