Dalla vittoria di due Coppe d’Africa ai possibili sei anni di carcere. Questa la parabola discendente in cui potrebbe incappare il 32enne calciatore egiziano Mohamed Zidan, che rischia infatti di terminare anzitempo la sua carriera non per un grave infortunio, ma per guai giudiziari.
Il talento ex Borussia Dortmund è noto per le sue grandi qualità tecniche, tanto da esser considerato addirittura lo “Zidane” africano, data la sua quasi omonimia con il campione francese. Questo appellativo gli è stato assegnato probabilmente durante la Confederations Cup 2009, nella quale ebbe l’onore di realizzare due gol da fenomeno al Brasile in una partita elettrizzante terminata 4-3 per i verdeoro, allora allenati da Dunga.
Da oggi però lo si ricorderà soprattutto per la sentenza arrivata un paio di giorni fa. L’attaccante è stato condannato a sei anni di reclusione per aver emesso tre assegni irregolari ai danni di un’agenzia immobiliare del suo paese. Zidan ricorrerà in appello per questa sentenza di primo grado e per ora evita il carcere, anche perché pare sia a piede libero e all’estero.
Non ci si ricorda di lui solo per le grandi prestazioni con la maglia della Nazionale, ma anche per annate più che soddisfacenti nei club. Cominciò la sua storia calcistica in Egitto prima e in Danimarca poi, dove diventa capocannoniere e “Giocatore dell’Anno” al termine della stagione nelle fila del Midtjylland. E’ il trampolino di lancio della sua carriera: da lì in avanti infatti, a suon di gol, aiuterà la causa di molte squadre, tutte in territorio tedesco (Werder Brema, Mainz 05, Amburgo e Borussia Dortmund).
Risale al gennaio di quest’anno l’ultima esperienza su un campo da calcio. Il classe ’81 vestiva la maglia del Baniyas, formazione degli Emirati Arabi, ma ha deciso di rescindere il contratto dopo aver siglato 3 reti in 9 presenze. In attesa di una nuova avventura, egli si era dedicato al commento tecnico di alcune gare in diretta sul canale di Al Jazeera dedicato allo sport.