Un derby, per quanto i valori sulla carta possano essere diversi e impari, rimane pur sempre un derby. La tensione e la paura di perdere, a volte possono giocare brutti scherzi. Ne è prova lampante quello del Bentegodi tra Hellas e Chievo, terminato con il punteggio di 0-1 per la squadra del neo tecnico Eugenio Corini. Alla vigilia, gli addetti ai lavori non avevano avuto difficoltà a scommettere su una vittoria dei butei, che arrivavano al derby potendo vantare un filotto di 6 vittorie su 6 in casa e il sesto posto in classifica. Il Chievo, invece, era ultimo in classifica, e dopo due pareggi consecutivi aveva appena esonerato l’allenatore Giuseppe Sannino e richiamato alla base Corini, che aveva già allenato il club del presidente Campedelli nella scorsa stagione.
L’Hellas ha dimostrato di subire psicologicamente la pressione del match, non riuscendo quasi mai ad impensierire il portiere del Chievo, Puggioni. Il primo tempo ha regalato poche emozioni, con i padroni di casa che facevano possesso palla e gli ospiti che cercavano di impensierire Rafael con le conclusioni dalla distanza, su tutte quelle di Dramé ed Estigarribia.
Nella ripresa la squadra di Mandorlini ha mantenuto il dominio territoriale senza però cercare l’affondo decisivo, forse più preoccupato a non subire gol in contropiede che non a cercare la rete da tre punti. Quando il derby sembrava avviato a concludersi con uno scialbo 0-0, l’esterno sloveno Lazarevic, subentrato nella ripresa a Sestu, ha spaccato la difesa dei butei e battuto con un preciso diagonale l’incolpevole Rafael. Bravo Corini a non coprirsi con il 5-3-2, suo marchio di fabbrica, propendendo per un più offensivo 4-3-3, che si è dimostrato una scelta vincente.
Hellas Verona che dunque capitola per la prima volta in casa in questo campionato; seconda vittoria in stagione per il Chievo, prima in trasferta e ultimo posto in solitaria abbandonato, al meno per 24 ore, in attesa dei risultati di Catania (in trasferta contro il Torino) e Sampdoria (impegnata a Marassi contro la Lazio).