Continua lo sciopero selvaggio indetto dalle sigle sindacali rappresentanti i lavoratori dell’AMT di Genova. Un blocco della circolazione indiscriminato, senza fasce di garanzia, che ha paralizzato la città dato che dal suo inizio non ha preso servizio neanche un autobus. La protesta va contro l’ipotesi di privatizzazione dell’azienda di trasporto pubblico e a nulla sono servite le mediazioni del sindaco Doria, duramente contestato durante la prima giornata, e la precettazione prefettizia che imponeva ai dipendenti di prendere servizio, dato che questo sciopero non è stato annunciato. Tutto ciò è stato un fulmine a ciel sereno per la mobilità genovese.
La causa di tutto è stato il bilancio eccessivamente instabile dell’azienda che quest’anno ha chiuso in pareggio grazie a 8 milioni di euro arrivati grazie al contributo dei lavoratori. Per proseguire in pareggio il comune intende chiedere ulteriori sacrifici ai lavoratori durante il prossimo anno. Una condizione inaccettabile secondo le sigle sindacali che in un comunicato scrivono: “visto anche il periodo di crisi che l’italia sta vivendo, è impensabile chiedere ancora soldi ai dipendenti e porgli come unica alternativa la privatizzazione del servizio”. Nessuna dichiarazione invece proviene dall’azienda che si limita a notificare l’ennesimo giorno di sciopero con un secco comunicato:
BLOCCO DEL SERVIZIO GIOVEDI´ 21 NOVEMBRE
Nonostante l’ordinanza di precettazione prefettizia disposta anche per la giornata odierna, il servizio di trasporto pubblico non potrà essere erogato per la prosecuzione dell’astensione non autorizzata dal servizio da parte del personale Amt.
Siamo spiacenti per i disagi, aggiorneremo in base all´evolvere della situazione
Durante il primo giorno di protesta sono partiti tre cortei ed una fila interminabile di pullman si è schierata alla loro comune destinazione nel centro della città rimasto paralizzato per ore. Nei giorni successivi si è tenuta un’assemblea alla Sala “Chiamata” del porto dove il sindaco ha cercato una mediazione risultata poi fallimentare, successivamente sono stati i rappresentanti delle sigle sindacali a recarsi dal sindaco per cercare una mediazione, ma dopo aver constatato l’immobilità del comune sulle sue posizioni (tendenza confermata dall’approvazione della delibera sulla privatizzazione delle aziende a partecipazione pubblica), hanno ribadito che non sarebbe uscito neanche un autobus dal deposito nei giorni successivi.
Giovedì, ossia il quarto giorno di agitazioni a fare da protagonista è stato Beppe Grillo che ha parlato ai lavoratori augurandosi che questo non sia un movimento isolato ma che si diffonda a tutta la penisola e, dopo aver criticato l’agire del sindaco, ha preso posizione a difesa di tutte quelle aziende pubbliche che in Italia rischiano di venire privatizzate.
Non ci sono ancora notizie certe su cosa potrà succedere nei prossimi giorni, rimane la dichiarazione dei sindacati di andare avanti ad oltranza finché le richieste dei tranvieri genovesi non verranno accolte.