Draghi ottimista, “L’Europa torna a crescere”

La situazione è molto migliorata“. A dichiararlo il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi. Le sue parole arrivano in un momento in cui i provvedimenti presi qualche giorno fa vengono ancora ritenuti estremi e che invece per il presidente funzioneranno e lo dimostrano i precedenti: “Il mandato della Banca centrale europea è simmetrico. La stabilità dei prezzi vale sia al rialzo, sia al ribasso”.

É comunque un cauto ottimismo quello che arriva dal convegno di Francoforte. Sembra ancora mancare una piena unanimità nella scelta dei provvedimenti e delle politiche della Bce e infatti è lo stesso Draghi che spera in una svolta. Per il presidente è arrivata l’ora in cui i singoli Paesi dell’Eurozona prendano maggior consapevolezza e che le riforme strutturali vengano sottoposte a una maggiore governance dell’Unione europea allo scopo di compattarne l’azione: “É essenziale evitare di indietreggiare in una prospettiva puramente nazionale, con una visione ristretta del nostro interesse. Dobbiamo mantenere una prospettiva europea e difendere i nostri interessi comuni“. Chiaro quindi il messaggio esortativo rivolto ai governi: voi fate le riforme, sottoponetele a noi e noi vi premieremo se queste funzioneranno.

In tutto questo gli spiragli di qualcosa di positivo sembrano effettivi e se a dirlo è il presidente della Bce allora qualcosa si sta muovendo. La politica di austerity per esempio inizia a perdere colpi, come chi se ne fa promotore da tempo ovvero la Germania.
Tagliare i tassi d’interesse al nuovo minimo storico dello 0,25% non è piaciuto molto alla Germania, ma Draghi non se n’è curato e anzi continua a difendere la decisione dell’Eurotowel: i rischi possono essere controllati e i risultati verranno consolidati da nuovi interventi probabilmente già a gennaio 2014.

Anche il presidente Letta ha avallato le idee di Draghi dichiarando: “Troppi gli Ayatollah del rigore. L’Europa deve capire che di sola austerity si muore” e qualche giorno fa a Malta aveva detto: “La ripresa dell’Europa deve essere una priorità anche per la Germania“. Se quindi l’unità interna a ciascun Paese dell’Ue si incastrasse perfettamente con le politiche comuni della Bce, il rompicapo sarebbe praticamente risolto.
Potranno le decisioni comuni e condivise risolvere l’intrigo economico in atto?
Per ora i segnali positivi ci sono.

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