Negli ultimi giorni a causa anche di articoli su giornali nazionali è aumentato il panico in Campania (oltre a non mangiare ora non si può nemmeno più bere), su questo tema ho intervistato Mario Fusco, responsabile del Registro Tumori della Asl 3 Napoli Sud (il territorio di riferimento del Registro è di 682 Kmq, strutturato su 58 Comuni e comprensivo di una popolazione di circa 1.200.000 abitanti) che ha partecipato al Progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento), che riguardava l’analisi della mortalità delle popolazioni residenti in prossimità di una serie di grandi centri industriali attivi o dismessi, o di aree oggetto di smaltimento di rifiuti industriali e pericolosi e di tumori.
La nostra chiacchierata parte dai SIN, i Siti di Interesse Nazionale, e si focalizza sui dati sui tumori che la struttura guidata da Fusco monitora dal 1995.
Sveliamo subito che in valore assoluto non c’è un aumento di morti per tumore in Campania e che anche il trend negli anni è similare a quello nazionale, quindi sembrerebbe che non ci sia una correlazione tra i danni ambientali e le morti per cancro. Questa tesi è chiaramente in antitesi con ciò che sostengono i dottori Marfella e Giordano.
“Dai dati in nostro possesso si evidenzia che la vera criticità non è l’ambiente ma il sistema sanitario regionale, in quanto a parità di tumori, in altre regioni il tasso di mortalità è inferiore. Considerando l’insieme di tutti i tumori, la sopravvivenza oncologica a cinque anni rilevata nell’ASL Napoli 3 sud, è più bassa di 6,5 punti percentuali nei maschi e di 3,5 punti percentuali nelle donne rispetto alla sopravvivenza rilevata nel pool dei registri tumori nello stesso periodo.
La sopravvivenza è un indicatore di esito che è da riferire all’intero sistema diagnostico – terapeutico su base regionale.
Questo vuol dire che in primis non funziona la diagnosi precoce, e sappiamo bene l’importanza della tempistica nella lotta contro il cancro. Inoltre non funziona la cura in quanto le strutture presenti sul territorio non fanno sistema tra di loro. manca uno standard regionale e nessuno controlla la qualità delle cure erogate”.
Mario Fusco è stato recentemente ascoltato in Commissione Sanità del Senato dove ha presentato tutti i dati in suo possesso.
Per approfondimenti è possibile visionare la Relazione Dott.Fusco e il Report Mortalità.