La nuova strategia di Lance Armstrong, lo avrete capito, è quella di parlare attraverso le interviste. In quella concessa a Sportsmail, inserto del Daily Mail, l’ex ciclista ha parlato con la sua massaggiatrice di qualche anno fa Emma O’Reilly, confermando che Hein Verbruggen, ex numero uno del ciclismo mondiale, sapeva tutto e avrebbe coperto il suo uso di doping.
“Hein Verbruggen era una figura centrale nella mia via di fuga dai controlli antidoping. Verbruggen sapeva del mio utilizzo di sostanze dopanti e mi aiutava a nasconderlo. Fu una delle persone che mi permise di portare a termine il Tour de France 1999 nonostante fossi risultato positivo a un test“.
Il texano ha fornito anche nuovi dettagli sulla famosa ricetta retrodatata, firmata dal medico della Us Postal, che gli ha permesso di evitare sanzioni. La presa di posizione di Armstrong nei confronti della vecchia dirigenza Uci è stata durissima: “Non ho intenzione di mentire per proteggere queste persone. Io li odio. Mi hanno buttato sotto il bus“.
Tutte dichiarazioni che contraddicono l’ex presidente Uci Verbruggen, in carica dal 1994 al 2005, che aveva smentito categoricamente d’aver mai coperto l’uso di doping.
Armstrong ha tentato inoltre di contattare direttamente il vecchio presidente, che però non ha voluto ribattere alle accuse.
E’ evidente come il texano stia cercando di riallacciare i contatti con la nuova Uci di Brian Cookson, in vista del varo della nuova Commissione indipendente di inchiesta che unirà Uci e Wada. Si tratta però di una lunga strada, visto che l’unica istituzione che può riparare il caso Armstrong ed arrivare eventualmente ad una riduzione della pena è l’ Usada.