Lo vidi giocare per la prima volta in un trofeo Gamper alla fine di agosto del 2005. L’avversario del Barcellona quella sera al Camp Nou era la Juventus di Fabio Capello e Leo Messi, fresco di trionfo nel Mondiale under 20 con la Nazionale argentina, aveva concluso la stagione precedente racimolando appena nove presenze e diventando a diciassette anni il più giovane marcatore della storia azulgrana. Il Barça, dopo aver subito per qualche anno il dominio del Real Madrid, aveva ripreso a vincere e l’ambiente attorno a Rijkaard, Ronaldinho ed Eto’o era elettrizzato. Ma a prendere tutta la scena quella sera fu quel ragazzino mancino di Rosario con il 30 sulle spalle, che per stazza e caratteristiche fisiche di fronte a giganti come Cannavaro, Zebina, Vieira e Chiellini pareva una pulce indifesa. Una pulce in grado però, di accelerare, sterzare, dribblare e palleggiare con i compagni di squadra ad una velocità doppia rispetto a tutti gli altri, come raramente si era visto sino a quel momento nella storia del calcio. Lionel Messi quella sera si rivelava al mondo intero, candidandosi a diventare negli anni a seguire il giocatore più forte del pianeta. Capello al termine del match, disse “Quel ragazzo può fare quello che vuole con la palla. E ‘impressionante vincere da solo un titolo mondiale under 20 a diciotto anni, ma stasera è stato eccezionale, ha giocato in quel modo contro alcuni tra i migliori uomini al mondo“.
Sono passati più di otto anni dalla quella notte del Camp Nou ed esattamente dieci dall’esordio del Diez in maglia blaugrana avvenuto il 16 novembre del 2003 nell’amichevole contro il Porto di Mourinho. Dieci anni in cui il fenomeno argentino ha accumulato la bellezza di 21 trofei con il Barcellona, quattro Palloni d’Oro consecutivi, tre Scarpe d’Oro, tre volte Pichici della Liga, miglior giocatore in cinque edizioni della Champions League, un Mondiale under 20 e un’Olimpiade. A tutto questo si aggiungono record da capogiro: 327 gol totali, 91 soltanto nel 2012, 50 in una sola stagione di Liga, 14 in un’unica edizione della Champions, con 5 in un solo match.
Una decade prodigiosa, come l’ha definita il quotidiano sportivo catalano “Mundo Deportivo“, che ha segnato senza dubbio un’epoca della storia recente di questo sport. Un’epoca in cui il club catalano è salito sul tetto del mondo, ha rivoluzionato il calcio e ne ha imposto nuove regole, fatte di pressing a tutto campo, estenuante possesso palla e falsos nueves. Un’epoca segnata in maniera imponente da quello che per alcuni è il giocatore più forte e decisivo di tutti i tempi, per altri arriva invece un gradino sotto un’altra leggenda argentina che risponde al nome di Diego Armando Maradona. A 26 anni Leo Messi può dire di aver raggiunto, seppur in una stagione falcidiata dagli infortuni, l’apice della sua carriera. La carriera, fino ad ora, del migliore di tutti.