Civati striglia il Pd: “Basta ipocrisie, la Cancellieri va sfiduciata”

Il caso Ligresti-Cancellieri continua a tenere alta la tensione all’interno del Pd. A gettare ulteriore benzina sul fuoco ci ha pensato Pippo Civati, che dal suo blog critica la linea troppo morbida tenuta dal partito: “Il Pd dice di non poter sfiduciare la Cancellieri perché non si può votare la mozione del M5S? Segnalo che ne possiamo presentare una noi”. Il candidato alla segreteria ha anche aggiunto: “Martedì presenterò un testo all’assemblea del gruppo. Così la smettiamo con l’ipocrisia di chi parla di motivi di opportunità politica senza fare nulla di concreto. Non se ne può più”.

Un messaggio fin troppo chiaro a quei colleghi di partito (il premier Letta in primis) che difendono il ministro perché temono una ricaduta sul governo. Civati è un fiume in piena e li chiama direttamente in causa: “Se le mie sono posizioni da dissidente e da eretico, perché prima le assumono tutti quanti e poi le scaricano con fastidio, se non con disprezzo? Serve coerenza. Basta prendere per il culo gli elettori.”

Renzi ospite di Fazio a Che tempo che fa conferma la necessità di una decisione drastica e auspica che sia la stessa Guardasigilli a fare un passo indietro, perché “in questa vicenda si intrecciano una serie di messaggi in cui sembra che la legge non sia uguale per tutti, che se conosci qualcuno riesci a svicolare, è un meccanismo atroce.”

Il viceministro Fassina frena: “E’ evidente che il rapporto con la Cancellieri si è incrinato e va trovata una soluzione, ma Civati non dimentichi che fa parte di un partito.” Più cauto anche un altro candidato alla segreteria, Gianni Cuperlo: “Occorre valutare se esistono tutte le ragioni di serenità per adempiere a una funzione particolarmente delicata come quella del Guardasigilli.” Tra i democratici, però, serpeggia un certo malumore. E non è affatto scontato che mercoledì, giorno in cui la Camera si pronuncerà sulla mozione di sfiducia dei Grillini, votino tutti contro.

La magistratura torinese, intanto, potrebbe decidere di iscrivere la Cancellieri nel registro degli indagati per aver fornito al pubblico ministero informazioni false. Decisiva l’ultima telefonata emersa, risalente al 21 agosto scorso e diretta all’amico Antonino Ligresti. I tabulati, diversamente da quanto detto dal ministro, indicano che fu lei a contattare il fratello di Salvatore Ligresti e non viceversa. Un fatto che la diretta interessata ha spiegato come “una dimenticanza”, ma che ora potrebbe costarle caro.

Non ci sarebbero, almeno per il momento, gli estremi per l’abuso d’ufficio. Tuttavia il futuro giudiziario della vicenda, sottolineano gli inquirenti, è ancora tutto da scrivere ed è impossibile fare previsioni certe. Di sicuro c’è solo che, dopo la scissione all’interno del Pdl, altre nubi si addensano sopra l’esecutivo.

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