Lo scatto del Palermo, la risposta dell’Empoli, la legge del Partenio. Tre sorelle al comando della B, sognando quella serie A che si è fermata per una domenica, l’ultimo stop fino a Natale. Tutto in meno di ventiquattrore. Dal Granillo, linea al Castellani. Iachini sbanca Reggio Calabria, Sarri affonda il Lanciano. Poi, ai titoli di coda, Rastelli si conferma rivelazione e doma la Juve Stabia.
Una sorpresa, l’Avellino. Due certezze, Empoli e Palermo. Ognuno con i propri trascinatori: Barreto da una parte, Maccarone dall’altra, Castaldo per chiudere il cerchio. I protagonisti sono loro, il mediano tuttofare, un prestigiatore del gol e il figliol prodigo della Campania. Battere Reggina, Lanciano e Juve Stabia non è stato semplice. Tosto e quadrato l’undici di Iachini, straripante quello di Sarri, spietata la truppa di Rastelli.
Conosco bene Massimo e Beppe, li ha avuti mio padre (da allenatore e ds) a Catanzaro e Venezia: Rastelli era una punta veloce e sensibile, sapeva soffrire se non giocava e trovava sempre il modo di fare gruppo, mentre Iachini mordeva le caviglie di chiunque, guerriero e soldato, papà lo soprannominò “cagnaccio” in quella squadra che Novellino portò in A. Il presidente era Zamparini, ecco perché questa volta -in ritardo- è andato sul sicuro. Iachini è un assegno circolare per questo campionato, l’ha già vinto tre volte da allenatore (Chievo, Brescia e Samp), non fallirà l’obiettivo in Sicilia. Non ho invece mai avuto il piacere di parlare con Sarri ma so che in società lavora. L’Empoli.
Me ne sono reso conto l’anno scorso, quando dopo una sconfitta pesante in casa con l’Ascoli mandai un sms al ds Carli: “Scusa Marcello, ma Sarri verrà esonerato?“, passò una mezzoretta e vidi il suo numero lampeggiare sul mio cellulare. “Sono negli spogliatoi con il mister, voglio che senta anche lui quanto ti sto per dire: il primo a essere mandato via dovrei essere io -mi disse Carli- perché ho fatto la squadra. E Sarri non ha colpe. Se poi il presidente vuole cacciarlo, è giusto che licenzi anche me“. Mi sono messo nei panni di Sarri. E mi sono sentito più forte, protetto, difeso non solo formalmente. Da quel giorno, l’Empoli è partito a mille all’ora sfiorando poi quella promozione che quest’anno può centrare davvero, anche senza Saponara e Regini. Ma con Verdi e Pucciarelli pronti al prossimo salto.
Alle spalle delle tre sorelle che tentano la fuga, è inevitabile bagarre. Il Cesena rallenta, il Crotone si ferma, riparte il Varese che si scopre Pavoletti-dipendente. La novità è il Latina che batte il Bari e piomba in piena zona playoff. Breda ha costruito una macchina perfetta, questo è l’undicesimo risultato utile consecutivo, complimenti. Anche al Pescara che ha un Ragusa in più e al Siena con quel diavolo di Giannetti. Bene il Carpi che nel derby mette a nudo i difetti del Modena. Benissimo il Trapani, che in rimonta supera il Novara. Capitolo allenatori. Toscano rischia. La sconfitta di Pescara ha fatto scattare l’allarme in casa rossoverde. Il tecnico è ufficialmente in discussione.
Destino parallelo per Alfredo Aglietti. Il suo Novara è malato da tempo. La squadra era stata costruita per obiettivi diversi. Ora è quartultima, non vince da settembre ed ha smarrito il filo del gioco e delle idee. Aglietti si aggrappa al suo contratto. Quell’accordo triennale fino al 2016, firmato lo scorso mese di febbraio. Per il patron De Salvo sono ore di grandi riflessioni. Continuare oppure procedere con un costoso divorzio? In casa Novara è il rebus della giornata. Aglietti per ora resiste: quella firma è il suo vero alleato. Così, il più pericolante diventa Braglia, che a Castellammare avrebbero voluto fare sindaco non molti mesi fa. È il bello e il brutto della B: ti esalta, non perdona. Ci piace anche per questo.