Gli abitanti della Terra dei Fuochi hanno dato vita a tutta una serie di eventi e manifestazioni, come la marcia ad Aversa, oppure l’ultima solo ieri con un #fiumeinpiena a Napoli, affinché alle amministrazioni centrali possa arrivare urgente ed inequivocabile il messaggio di difficoltà a risolvere il problema dei roghi tossici in Campania. Un problema che causa da decenni danni ambientali e alla salute di tutta Europa ormai irreversibili, legati alle pratiche criminose dello smaltimento rifiuti e alle ecomafie.
Di recente è stata proposta una task force di esperti affinché venga mappato il territorio “pericoloso” per stabilire eventuali bonifiche da affrontare.
Il sindaco di Frattaminore, Vincenzo Caso, però, ha deciso di intervenire ai microfoni di Domenico Cacciapuoti, lasciando in esclusiva per Bloglive dichiarazioni sulle proposte come “Il Patto per la Terra dei Fuochi“, ritenuta una imposizione politica dall’alto che non rispecchia né la gravità della situazione né la reale consapevolezza delle conseguenze che un Patto del genere potrebbe causare.
Le politiche, infatti, secondo Caso, sembrano non rispecchiare la volontà della popolazione di risolvere davvero questa situazione che si trascina dal passato facendo ancora migliaia di vittime.
Ma se il Patto per la Terra dei Fuochi ha come finalità l’eliminazione del problema dei roghi tossici, perché allora non firmarlo? E qual è il punto della situazione sullo smaltimento dell’amianto in Campania?