I Daft Punk, band all’apice del successo, annunciano: ‘Non aspettatevi un tour’

Può una band avere successo decidendo di non mostrarsi mai in volto? Ebbene sì, nell’epoca della musica 2.0 succede anche questo: è il caso dei Daft Punk, duo di dj parigini (al secolo Thomas Bangalter e Guy- Manuel de Homem-Christo) che in tutte le loro perfomance e video musicali sono sempre apparsi con delle maschere stile robot. Unica testimonianza delle loro sembianze è uno scatto rubato e pubblicato, a loro insaputa, dagli amici della band The Knocks.

Agli inizi della carriera i Daft Punk, si coprivano con sacchetti neri di plastica, poi passarono alle maschere, disegnate da un loro amico francese. Bangalter spiegò: “Ci fu un incidente nel nostro studio. Stavamo lavorando con il sampler e questo esattamente alle 9.09 del 9 settembre 1999, esplose. Quando riprendemmo conoscenza, ci accorgemmo che eravamo diventati dei robot“. Tra reale e surreale, una scelta che contribuisce a rendere la loro musica misteriosa e d’effetto, anche se l’obiettivo è in fondo continuare a vivere una vita normale, potendo passeggiare per strada in totale tranquillità, come hanno dichiarato in varie occasioni.

Niente di strano, se non fosse che nonostante l’anonimato, il loro ultimo album Random Access Memories è uno dei dischi più venduti del 2013 e Get Lucky, tra le hit degli ultimi mesi, è stata addirittura intonata dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

Quattro album all’attivo, una carriera che inizia nel 1997 e li consacra con Harder Faster Better Stronger tra i gruppi che fanno della sperimentazione elettronica il loro punto di forza.

Ma non finisce qui, è di pochi giorni fa una delle loro rare apparizioni in pubblico: sono stati premiati dal Wall Street Journal Magazine a New York con la palma di Entertainment Innovator 2013 nella serata di gala degli Innovator Awards. I due dj parigini hanno accettato di comparire – ovviamente mascherati – sulla copertina del prossimo numero del Wall Street Journal, insieme alla modella brasiliana Gisele Bundchen, che, in un secondo scatto, ha voluto replicare la posa con i figli di Bangalter e Homem-Christo.

Ad accompagnarli a New York, l’amico e collega Pharrel Williams, che ha prestato la sua voce sia in Get Lucky che in Lose yourself to dance.

La partecipazione al gala sulla musica è stata anche l’occasione per dichiarare che, nonostante il grande successo, non si parla di tour e di concerti. “Ci piace che la gente ascolti a tutto volume la nostra musica – hanno raccontato in un’intervista – ci è capitato anche di vedere ad una festa molti bambini ballare con la nostra musica: è gratificante. Questo è il frutto del nostro lavoro e siamo stati contentissimi quando siamo riusciti a terminare il nostro ultimo album. È stato tutto molto folle: è come se avessimo fatto un disco anni ’70 ed eravamo perplessi su come potesse essere recepito oggi”.

Dare libero sfogo alla creatività, senza dover rinunciare alla privacy, è il loro motto. E quindi i dj parigini interagiscono poco anche su facebook e twitter. Per la serie essere anti-social aiuta a far parlare solo di musica? Per i Daft Punk sembra proprio di sì.

Credit photo [doandroid dance]

Gestione cookie