Sono 3mila gli account Instagram rubati in tutto il mondo per diffondere foto pedopornografiche. Lo rivela il giornale online Fanpage. Non si tratta di una cifra da capogiro, ma è significativa del fatto che l’industria illegale del sesso con i minori sta attuando nuove strategie per riuscire a scambiarsi immagini di bambini o ragazzi in atteggiamenti espliciti.
Il nuovo canale della pedopornografia, i social network. I pedofili, per aggirare i controlli della polizia postale, hanno capito che i social network possono essere il veicolo più adatto per continuare a scambiarsi materiale illegale. In particolar modo Instagram sembra quello più adatto, perché l’immane numero di immagini caricate ogni giorno dagli utenti, dal piatto di pastasciutta che si sta per mangiare al ristorante ad un tramonto romantico, non consente un vero e proprio controllo capillare. E poi, utilizzando gli account di ignari utenti, il rischio di venire rintracciati è piuttosto limitato.
Un problema di password. Spesso si tratta di un problema di distrazione. O di superficialità. Ma per evitare che il proprio account diventi il “mezzo di trasporto” sul quale far viaggiare materiale pedopornografico, bisogna prestare massima attenzione alla password. Quelle brevi e numeriche, o che richiamano lo stesso nome dell’utente, sono le più vulnerabili. Meglio affidarsi ai generatori di password (forse un po’ difficili da memorizzare), oppure creare password più complesse, con numeri, lettere (maiuscole e minuscole) e segni di punteggiatura. Inoltre, è sconsigliabile utilizzare programmi esterni per la gestione del proprio account, soprattutto se non conosciuti, perché potrebbero essere realizzati proprio da organizzazioni criminali che si potrebbero controllare e gestire l’account dell’ignaro utente.