“Io filippino (pilippino), vengo da Filippine, faccio pulizie e faccio domande di economia domestica“: così si presenta Paolo Bonolis nella gag con cui intrattiene i suoi telespettatori nel programma preserale di Canale 5, Avanti un Altro. Parrucca nera, accento simil-filippino e un elenco di domande su tematiche di economia domestica da sottoporre al concorrente di turno in gara.
Non solo la cantilena filippina erroneamente interpretata, non solo la mortificazione delle cultura della popolazione asiatica, ma anche l’inno nazionale che suona all’ingresso del Bonolis “trasformato” hanno irritato la comunità filippina che, oltre a non riconoscersi nell’interpretazione, l’ha ritenuta di cattivo gusto, soprattutto perché andata in onda in coincidenza delle calamità naturali che hanno colpito il Paese, al centro di una tragedia mentre l’Italia rideva per Bonolis.
“Per favore, chiediamo rispetto per il nostro inno nazionale, così come per il nostro popolo“: queste le parole che risaltano nella foto che sta facendo il giro del web, ottenendo oltre 1500 condivisioni. La foto ritrae un giovane filippino che ringrazia i suoi genitori per avergli consentito di studiare e laurearsi in Italia – alla International School of Milan – e chiede rispetto per il suo popolo.
Repubblica ha diffuso queste informazioni, accompagnate dai commenti che su Facebook hanno acceso il dibattito circa la performance del conduttore mediaset. “Vergognatevi! – scrive Brean Tabangay Sagun – Forse non lo sanno che il 95% dei filippini che vengono a lavorare in italia come lavoratore domestico sono diplomati e 70% laureati!!! quindi se parliamo di educazione, intelligenza e professionalità, siamo tra i primi! e voi invece? bohh!“, questo uno dei commenti più accesi e il più comune e pulito appellativo riservato al conduttore è “idiota”.
Da Facebook al tavolo dell’AGCOM, la faccenda ha assunto proporzioni inaspettate. Recita così la nota del consigliere aggiunto di Roma Capitale, Romulo Sabio Salvador, a nome della Comunità Filippina: “[…] Questa parodia è ancor più deprecabile in quanto in onda in una fascia oraria che annovera tra gli spettatori anche adolescenti e bambini, contribuendo in questo modo a diffondere un messaggio diseducativo che si contrappone al principio di integrazione fra culture che dovrebbe, invece, essere incoraggiato in una società multietnica come la nostra […]”.
Si attende la risposta del conduttore.
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