Venerdì sera a Milano sarà ancora Italia-Germania. E anche se è soltanto un’amichevole, il clima è comunque elettrico perché quando la nazionale azzurra incrocia quella tedesca non si può parlare di una semplice partita di calcio. E’ l’astuzia contro la prestanza, il contropiede contro il calcio fisico, è il derby d’Europa. Le squadre hanno vinto complessivamente tre Europei, hanno collezionato dodici finali mondiali e conquistato sette finali iridate: quattro per gli italiani e tre per i tedeschi.
Ed è proprio da un rocambolesco 4-3 che è partita la leggenda di questa sfida: nel mondiale di Messico 1970, le due nazionali si affrontano in una semifinale palpitante. La partita si trascina ai supplementari dopo diversi colpi di scena, la Germania raggiunge il 3-3, un minuto dopo l’indimenticabile Nando Martellini, a chi è incollato alla televisione da quasi due ore, nonostante l’orario notturno narrerà: “Boninsegna, ha saltato Schulz, passaggio, Rivera, rete di Rivera, ancora 4-3! Che meravigliosa partita telespettatori italiani!”. Al fischio finale l’Italia intera si riverserà nelle strade per festeggiare un mitico trionfo. Quella partita entra nella storia del calcio e verrà denominata qualche anno dopo “la partita del secolo”.
Indimenticabile anche la finale mondiale disputatasi a Madrid nel 1982. Una cavalcata incredibile della squadra di Bearzot: partita malissimo, elimina l’Argentina di Maradona, il Brasile di Zico, Socrates e Falcao e la Polonia di Boniek. Gli azzurri, guidati da un Paolo Rossi inarrestabile, trionfano per 3-1. Indimenticabile l’urlo di Tardelli dopo la realizzazione del 2-0, una scarica di adrenalina e incredulità.
Trentasei anni dopo, ancora una semifinale iridata, ancora un Italia-Germania, a Dortmund, dove la squadra tedesca non ha mai perso. La nazionale guidata da Marcello Lippi non si lascia intimorire e sferra allo scadere dei tempi supplementari, l’uno-due che annichilisce la formazione di Klinsmann. Grosso e Del Piero infliggono i colpi decisivi, ancora una volta l’Italia è in finale a scapito della Germania.
L’ultimo precedente in gari ufficiali è quello del 28 giugno 2012, per l’ennesima volta una semifinale, stavolta “soltanto” dell’Europeo. Ancora una sfida da incastonare nei ricordi belli. Balotelli e Pirlo trascinano gli azzurri che dominano per sessanta minuti, va avanti 2-0 e sfiora ripetutamente il tris, poi resiste al ritorno rabbioso dei tedeschi e vola per l’ennesima volta in finale. E’ l’ennesimo trionfo, la Germania non ce l’ha fatta ancora e Francesco Repice, giornalista della Rai, subito dopo la fine della partita, nella sua radiocronaca dirà: “Imparatele a memoria le formazioni della vittoria: Albertosi, Burgnich e Facchetti, come Zoff, Gentile e Cabrini, come Buffon Cannavaro e Nesta, come stasera Buffon, Balzaretti e Chiellini perché queste cantilene sono le cantilene della vittoria, sono le cantilene di chi non può mai perdere e c’è chi non vince mai, sono i tedeschi contro di noi!”.
Una frase che ancora oggi risuona nella nostra mente ma soprattutto nella mente dei tedeschi che aspettano di sfatare il maledetto tabù Italia.