Continuano le follie negli Stati Uniti. Dopo l’incredibile storia di Keelan Glass, bambina di 6 anni che lo scorso ottobre portò a termine la Showdown Half Marathon in 2h47’30”, manifestazione benefica che prevedeva anche la distanza dei 10 km, arriva la “folle impresa” del piccolo Anthony Russo, capace di coprire i 21,097km della Trenton Half Marathon con il tempo record di 2h22’25. Risultato che desta ancor più stupore se si pensa alla tenera età di Anthony: 5 anni.
Il crono di Russo ha sconvolto l’America, abbattendo il precedente primato di 3h02’57” che apparteneva ad un suo coetaneo, Matthew Feibush, realizzato nella stessa specialità nel 2007 in California.
I genitori del bambino, pochi giorni prima della gara, avevano dichiarato che il figlio aveva effettuato un allenamento di 13 miglia (poco meno di una mezza maratona) in circa 2h30′, quanto bastava quindi per stabilire il nuovo record.
Il piccolo Russo, atteso al traguardo dal padre visibilmente commosso, stando a quanto dichiarano i genitori “non ha accusato alcun dolore durante o dopo la gara”. “Si è svegliato alle 5:30 il giorno della gara e dopo aver corso è andato a casa di un amichetto a giocare con il suo nuovo giocattolo Superman”, ha raccontato il papà. “Sono molto felice di partecipare alla mezza maratona perché ogni volta che finisco di correre ricevo un sacco di giocattoli” aveva detto il bambino, alla vigilia della gara di Trenthon.
Il “successo” di Anthony Russo non è il primo caso di giovanissimi atleti che compiono imprese del genere: sono molteplici i casi di baby runners che dall’inizio del 2013 ad oggi si sono cimentati con successo nella 21.097km negli Stati Uniti. In quasi tutte le circostanze i bambini provengono da famiglie di atleti e triathleti, sin troppo disinvolti davanti ai microfoni nel raccontare le gesta dei loro pargoli.
Ma nessuno di loro ha battuto la precocità di Budhia Singh, il piccolo indiano che nel 2006, a soli 3 anni e mezzo, percorse 60 km in circa 6 ore diventando il più giovane maratoneta della storia. Un bambino che la madre poverissima, aveva venduto per 20 dollari ad un allenatore di judo che scoprì in fretta la straordinaria resistenza di questo poco più che lattante. Budhia è diventato popolarissimo in India ed il suo mentore ci ha guadagnato facendolo apparire in alcune pubblicità. Meno di un anno dopo bambino e allenatore sono stati fermati dalla polizia locale sulla linea di partenza di una gara folle, da Bhubaneshwar a Kolkata (l’ex Calcutta) di 500 km. Controlli medici individuarono nel bimbo scompensi cardiaci causati dalla malnutrizione.
Questione di cultura, di saper afferrare il vero senso dello sport. E a certe età, a parte i rischi fisici di correre così a lungo, lo sport deve essere solo un gioco, e l’unico senso del gioco stesso è imparare a rispettare le regole e l’avversario. Per quanto talentuoso, come può un bambino vivere la fatica di una mezza maratona o più?
Foto: Repubblica.it