Una malattia o la perdita di un arto rappresentano un’evento significativamente drammatico nella vita di un individuo e segnano un cambiamento radicale nella concezione del proprio io, ma anche delle proprie abitudini.
L’amputazione causa modificazioni sotto vari profili, e le protesi odierne non riescono sempre a sopperire ai problemi non fisici.
Oggi le protesi sono qualitativamente migliori rispetto a quelle realizzate anni fa e continuano su questa strada di anno in anno, permettendo a chi non ha le gambe di correre, come le protesi in titanio usate dagli atleti delle paralimpiadi, e si spera che le nuove tecnologie avanzate potranno un giorno effettivamente sostituire qualsiasi tipo di arto.
Recentemente un padre di famiglia ha sviluppato per il figlio una protesi per la mano sinistra utilizzando una stampante 3D. L’amore sicuramente sopperisce a tante mancanze, perfino quelle fisiche, ma nel caso del piccolo Leon, un bambino nato senza le dita della mano sinistra il signor Paul McCarthy ha trovato il modo di far sentire speciale il suo ometto e con una stampante 3D ha realizzato una protesi colorata tanto da far sembrare il bambino un vero robot.
Nelle varie interviste questo padre di famiglia ha spiegato come usando le istruzioni ed i disegni dell’inventore Ivan Owen abbia realizzato la protesi per il suo Leon.
Tutto il lavoro eseguito, tra l’acquisto della stampante e la creazione della protesi è risultato inferiore a quello di una protesi vera di quel genere, che raggiunge anche il costo 50.000 dollari, senza contare tutta la riabilitazione che il paziente deve seguire per imparare ad usarla.
La grande peculiarità di questo caso è rappresentata dal fatto che la mano può essere ridisegnata e ristampata durante la crescita del ragazzino. Durante un’intervista Leon ha spiegato che si sente “figo” ad essere un cyborg grazie alla protesi creata dal papà.
L’utilizzo delle stampanti 3D con lo scopo di ottenere protesi a basso costo e del tutto personalizzate è iniziato alcuni anni fa , e consente il grande vantaggio di evitare il continuo acquisto di protesi che si adattino alla graduale crescita di un’arto specie nel caso di bambini.
Nel 2011, Scott Summit, il fondatore di Bespoke Innovations, ha lavorato su protesi di gambe progettate individualmente sempre utilizzando stampanti 3D. Summit ha trascorso ben sei anni di ricerca e di lavoro prima di poterle presentare “Con uno scanner 3D e una stampante 3D possiamo creare un arto protesico per le persone” ha dichiarato.
Non solo la Bespoke Innovations, ma tanti altri centri di ricerca tecnologici si occupano di realizzazioni su misura di protesi con stampanti tridimensionali per far sì che ogni arto si adatti completamente al proprio portatore.
[Fonte: Gizmodo]