Brindisi, Cantù e Virtus Bologna in cima alla classifica. Favola passeggera o autentica rivoluzione del nostro campionato? Per molti un semplice fuoco di paglia, destinato a durare poco, perché le super potenze della nostra serie A di basket torneranno prepotentemente a chiedere indietro quanto loro spetti per budget e qualità dei giocatori. Quel che non potranno portar via alle tre realtà del nostro racconto è il duro lavoro e la programmazione, elementi tali da portarle al vertice in poco tempo nella stupore generale.
Partiamo da Cantù, tra le tre la più abituata, viste le ultime stagioni, al clima d’alta classifica. Una squadra costruita con metodo e pazienza, da chi sa perfettamente che per sopravvivere nella pallacanestro che conta non siano bastevoli talento e sponsor in bella mostra. La pallacanestro a Cantù è sport per tutti: non sono più gli anni di Marzorati, Recalcati e Antonello Riva, anni di trionfi in Italia e in Europa; il Pianella, lo storico palazzetto, è rimasto sempre lo stesso, e ora come allora, rappresenta una delle piazze più calde della nostra Serie A di basket.
La crisi societaria ha messo in difficoltà la stabilità della dirigenza canturina, che ha dovuto accogliere l’azionariato popolare che ha visto partecipe anche il Premier Enrico Letta, tifoso dei Brianzoli. Lo storico Gm Bruno Arrigoni dopo 21 anni ha deciso di tentare una nuova avventura, a Bologna sponda Virtus, le coincidenze, lasciando come suo legato una squadra solida, ben assortita, l’indubbia capacità di saper scegliere gli uomini giusti.
Un gruppo di talenti stranieri, Ragland, Leunen, Jenkins, Uter, affiancati da una solidissima base italiana con Aradori, Cusin e il nuovo che avanza, Stefano Gentile. Coach Sacripanti, cavallo di ritorno dopo le esperienze a Pesaro e Caserta, si trovava a dover gestire il pesante fardello lasciato da Trinchieri, volato al termine degli ultimi playoffs in direzione Kazan, Russia, facendo scalo in Slovenia per guidare la nazionale greca nella kermesse continentale. Ma con la sua solita dedizione ha condotto la squadra in un percorso fino a questo momento immacolato in Eurocup, e alla sesta vittoria di fila nella nostra serie A.
Bologna non è più la “Basket City”, o almeno non lo è più in toto: il tempo dei derby con la Fortitudo è stato spazzato via dalla folata Sacrati, che ha messo in ginocchio l’altra metà di Bologna, con una gestione scellerata. Dopo l’epopea Sabatini, altalenante sul piano dei risultati e delle scelte di giocatori e allenatori, molto spesso messi sulla graticola causa eccesso di languore da vittoria, è iniziata una nuova era: l’arrivo di Arrigoni da Cantù ha portato serenità all’ambiente, e Luca Bechi sulla panchina sta mostrando tutte quelle caratteristiche che lo avevano consacrato come allenatore rivelazione ai tempi di Biella.
La scelta del roster è stata attenta e oculata: nessun nome altisonante per una piazza bramosa di successi, ma tanti ottimi giocatori che si stanno rivelando al palcoscenico italiano. Gaddefors, Hardy, Walsh sono solo alcune delle geniali trovate della dirigenza Virtus guidata da Renato Villalta. La programmazione, punto cardine della gestione marcata Arrigoni è l’essenza di questo exploit, da pochi atteso, dai tantissimi tifosi Virtussini sperato. Non sarà la squadra che tremare il mondo faceva guidata da Messina, con Danilovic in campo, ma in quella che fu la Basket City si respira aria nuova e positiva.
Chiudiamo con la vera rivelazione di questo campionato, senza dubbio la cenerentola che ha ampliato il concetto di “classe operaia in Paradiso”: l’Enel Brindisi. Nel 2011, ancora relegata nell’allora LegaDue, la dirigenza scelse come traghettatore Piero Bucchi, maestro di pallacanestro vero e autentico, capace di contribuire in maniera sostanziosa al miracolo Pompea Napoli di metà anni 2000, reduce da qualche stagione un po’ in ombra all’Olimpia Milano. Un progetto solido che ha visto scalare rapidamente tante posizioni a Brindisi, prima promossa nella nostra serie A di basket, e nello scorso anno partecipante alle Final Eight di Coppa Italia.
La salvezza è stato il meritato traguardo, e la nuova stagione, ricca di dubbi e incognite legate ai tanti americani presenti in rosa, ha visto tacere ogni possibile voce fuori dal coro: l’esordio in campionato con vittoria contro la corazzata Milano, ha dato fiducia all’ambiente, che partita dopo partita ha scoperto di avere a disposizione un campione, Dyson, capace di toccare anche quota 30 punti, leader di questa banda terribile, che può contare sull’indubbia esperienza di Massimo Bulleri, leader carismatico, che non avrà più la brillantezza di un tempo, ma è uno di quei giocatori che sa come si vinca.
Programmazione, metodo, applicazione. Sono queste le chiavi del successo di queste tre realtà apparentemente tanto lontane ma in realtà così tanto vicine.
Eraclito disse “Chi non si aspetta l’inaspettato non scoprirà mai la verità”. L’inaspettato era tale e lo stiamo capendo solo ora. Troveremo la verità?
[foto: www.newbasketbrindisi.it ]