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Categorie: Cultura

I quadri parlano in napoletano, il fenomeno che spopola sul web

Published by
Enrica Raia

Quando guardiamo un quadro passiamo un tempo indefinito a cercare di interpretarne anche il più minimo significato nascosto. Cosa direbbero quegli stessi quadri, se potessero parlare? Quali segreti inconfessabili, quali pensieri rivelerebbero, se avessero il dono della parola? E soprattutto: se potessero farlo in napoletano?

La risposta a questi interrogativi, ironica e irriverente, è nella pagina Facebook “Se i quadri parlassero in napoletano” che ha raccolto le immagini dei dipinti più conosciuti e famosi della storia dell’arte, associandoli a didascalie in pieno e genuino spirito partenopeo, e rigorosamente in dialetto, che ripropongono tormentoni e luoghi comuni della società napoletana.

Da Leonardo Da Vinci a Caravaggio, da Raffaello a Munch, sono tantissime le opere passate attraverso questo remake dissacrante che messo da parte tela e pennelli, esprime tutta la sua creatività con i programmi di fotoritocco, confidando nella potenza dei social network di trasformare un semplice “gioco” in un fenomeno virale. Ed è così che gli angioletti di Raffaello si preoccupano che quest’anno nel campionato la “Roma sta scassan tutt’cos” mentre la Gioconda si vanta di saper parlare francese “comme si nient’ fosse”; per la serie la ‘Circumvesuviana ai tempi di Da Vinci’, ecco un San Giovanni Battista chiedere con l’indice alzato informazioni sul prossimo treno per Sorrento, o l’urlo di Munch disperarsi perché i ladri “s’ann futtut ‘e specchiett’ ” dell’automobile. E poi, la Venere di Botticelli che commenta la sua celebre nascita da una conchiglia osservando che manca qualche ingrediente per fare una succulenta ‘mpepata di cozze, o, ancora, i commensali della famosissima “ultima cena” di Leonardo preoccupati che qualche furbo se la svigni senza pagare il conto (“Uagliù, cacciat’ e sord”).

Online da poco meno di due settimane, la pagina è già diventata un cult con oltre ottantatre mila “mi piace” e le foto condivise ormai sulle bacheche di mezza Italia. L’idea dell’arte commentata comunque non è originale, il gruppo dei simpatici dissacratori delle opere d’arte è nato infatti sulla scia della pagina “Se i quadri potessero parlare”, nata all’inizio del 2013, che conta oltre quattrocentomila fan. Qui i quadri si esprimono in romanesco, ma anche in italiano e in inglese. Stavolta i quadri parlano in napoletano, ed è stata una scelta vincente. Del resto è noto che la parlata napoletana – riconosciuta dall’Unesco come lingua, seconda solo all’italiano – è tra quelle italiche che conquistano immediatamente la simpatia in chi l’ascolta. Certo tra i cultori di arte non mancheranno i soliti indignati che grideranno al sacrilegio. Ma per quanto sia poco ortodosso, è anche così che si avvicina l’arte alla gente.

[Credit Photo: Se i quadri parlassero in napoletano]

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Enrica Raia