Una foto al giorno è un progetto fotografico diffuso che cristallizza, in centinaia di foto che diventano un video, il cambiamento di una persona nell’arco di un anno.
Una foto al giorno anche in questo caso, gli scatti quotidiani di una giovane bella donna, un neo sul labbro, il ritratto iniziale, l’allegria, i colori dei vestiti, i denti bianchi a comporre sorrisi veri, che man mano si trasforma, si incupisce e poi, così, a tradimento, come una cosa che non ti aspetti, come uno schiaffo inatteso, il primo livido su quel bel volto.
Non sorride più.
Non si vedono più i denti bianchi.
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Il livido sparisce nelle foto successive ma non fai in tempo a pensare “chissà come se l’è fatto” che ecco comparirne un altro. Più grande. E delle righe sul collo.
E cominci a chiederti come sia stata la sua giornata prima di quella foto, come è successo, cosa può aver scatenato quel gesto, cosa stava facendo, che parole ha detto, com’era vestita. E poi non c’è risposta sensata che ci si possa dare, è solo un modo per distrarsi e per non guardare in faccia quella violenza lì, tra le mura di casa, perché non esiste pretesto, non esiste risposta, non esiste niente che possa giustificare lo scatenarsi di tale violenza.
Niente.
Non sono le minigonne a causare gli stupri.
Non è una litigata a causare questa violenza.
Ogni “perché” che si cerca è un voler trovare giustificazioni dove giustificazioni non ce ne sono.
Non c’è niente che possa giustificare il gesto violento di nessun tipo.
Il video è un crescendo di brutture, l’evoluzione esponenziale di un gesto che non doveva succedere la prima volta, il risultato di una casa in cui si resta dopo il perdono, dopo quel “non succederà più”.
E invece succede. Ancora e ancora. Ancora e sempre più forte, sempre più pesante e si chiude con una richiesta di aiuto “Non so vedrò ancora un domani”.
Questo video è stato creato dall’agenzia Saatchi&Saatchi a favore di un’organizzazione croata contro la violenza domestica, Sigurna Kuća (che significa casa sicura), è quindi un prodotto creativo ma non si deve dimenticare che riguarda una donna su 4, nel mondo.
Riesce nel suo intento di farci fermare e riflettere.
Non ci permette di distogliere lo sguardo.