Quando pensiamo al futuro da giovani adulti pensiamo ad un ciclo: lavoro-mutuo-casa. L’esigenza di certezza e stabilità è fondamentale per quasi la maggior parte degli individui. E per fuggire dalla monotonia? Per tirarsi momentaneamente fuori da quel ciclo? Si evade d’estate o d’inverno, per qualche settimana, quando il lavoro lo permette e la voglia di relax ulula incessante. E alla stragrande maggioranza della popolazione questo basta. Poi c’è chi non si accontenta, chi rifiuta le convenzioni, chi si aspetta altro dai “pochi” anni che ognuno ha a disposizione. E così quell’evasione dura tutta la vita.
Ma come si sopravvive a questa scelta di vita?
Ce lo dicono i “Travel Bloggers“, novelli Marco Polo, che, attraverso il web, condividono foto, articoli ed informazioni sui loro viaggi. Il successo di questo che, ormai, è diventato un vero e proprio mestiere, è dato dal fatto che il lettore ritrova, all’interno del blog, l’occhio del turista, che viaggia, scopre, cambia. Il lettore apprezza il coraggio di chi parte, non per il week-end, ma per la vita.
Se tuttavia immaginiamo questa figura, distesa al mare sotto l’ombrellone che gusta un Cosmopolitan in preda all’ozio, cadiamo erroneamente nell’abisso del pregiudizio. Il lavoro del travel blogger è autogestito, full-time, inizialmente dispendioso e decisamente aleatorio, in quanto si può avere bisogno di molto tempo prima che giungano gli agognati riconoscimenti. Si decide di vivere una perenne scommessa.
E per raggiungere il successo non basta certo fare i cantastorie. Si deve essere preparati, avere competenze economiche, relazionali, di marketing e pubblicitarie. Si può decidere di investire in spazi web e acquistare il layout del proprio sito oppure iniziare su piattaforme gratuite come WordPress o Blogger. Con un po’ di fortuna, pubblicità e contatti giusti, il passaggio dal sito può diventare un appuntamento fisso di svariati lettori e grazie a questi il proprio nome potrà raggiungere occhi e orecchie utili e interessati.
A questo punto si riscuoterà tutto ciò che si è seminato: gli enti turistici finanzieranno e sponsorizzeranno i viaggi e si potrà godere del privilegio di un alloggio gratuito in cambio di una recensione. Non si avranno orari di lavoro, scadenze e noiose occupazioni, si avrà “solo” il mondo intero come casa e la più grande passione come mestiere.
Un percorso ostico, audace, complicato che, se nutrito dalla passione e da una sana ed insaziabile “curiositas”, può portare lontano e rendere la vita di qualcuno, il viaggio che altri leggeranno. Perchè serve staccare la spina, allontanarsi con la mente, immaginarsi in altri posti. Solo allora la vita sarà un viaggio, ovunque la si conduca.
E se la gioia è davvero nella condivisione, i viaggiatori professionisti avranno un motivo in più per affrontare quella enorme avventura che è la vita, con centinaia di sorrisi in più.