Questa è la storia di Piper. Ha 30 anni, o poco più, ama lo shopping, buona famiglia e genitori disponibili e responsabili. A New York è dirigente di una piccola azienda di saponi artigianali. Il suo fidanzato è l'”uomo della sua vita”.
All’improvviso, il delirio.
La accusano di riciclaggio e la condannano ad un anno di detenzione.
Dopo, il carcere: come può una come lei finire dietro le sbarre?
Poche parole ed è subito successo: Orange Is The New Black. La nuova serie tv americana viene trasmessa da Netflix ed è stata ideata da Jenji Kohan – già creatrice di Weeds, la storia di una spacciatrice di marijuana, eliminato dai palinsesti di Raidue dopo un paio di puntate andate in onda, a causa delle proteste del pubblico telespettatore.
Come continua? La storia la dovete scoprire voi.
10 anni prima quel crimine l’aveva commesso davvero – l’FBI l’aveva scoperto.
Il titolo – Orange Is The New Black – rimanda al colore delle tute delle detenute nelle carceri, ma, per Piper, abituata al lusso dello shopping, alla moda, allo style e ai luccichii di corpetti e décolleté, il riferimento è al fatto che l’arancione sia il “nuovo nero”, il contrasto tra il colore che è costretta a indossare nel carcere e quello elegante e sempre di moda delle sue serate mondane prima della sua vita dietro le sbarre.
La serie tv è diventata famosissima, un cult, e ha ottenuto un Emmy e gli applausi della critica.
In Italia la storia avvincente di Piper, il suo stile e la sua moda, e il carcere, uscirà per Rizzoli e poi, probabilmente, uscirà anche la serie tv per il nostro paese.
In America si girano già le puntate della seconda stagione: appuntamento nel 2014 per il sequel della “ragazza-moda nel carcere dei sogni”.
Riuscirà Piper a sopravvivere al “pane e acqua” e all’ora d’aria? Ai posteri l’ardua sentenza, o meglio, ai telespettatori. Per ora gustiamoci il successo della serie tv e gli ascolti record.