È sempre più consueto in Europa trovare dei contratti di lavoro che possiamo definire atipici, si tratta di contratti non espressamente disciplinati dal diritto civile, ma creati ad hoc dalle parti, in base alle loro specifiche esigenze di negoziazione.
Questo fenomento è in forte crescita soprattutto in Belgio, Italia, Francia, Slovenia, Spagna e Regno Unito; tutto ciò è stato portato dalla crisi economica che da qualche anno grava pesantemente sulle famiglie europee ed è per questo che troviamo molti giovani o anche anziani che improvvisano una professione.
“Le norme che dovrebbero garantire le regole sociali e la libera circolazione sono impraticabili di fronte a una schiera di lavoratori atipici e precari“, queste sono state le parole dell’indagine dell’Accessor (Atypical contracts and cross-border europan social security obligations and right).
“Hanno redditi bassi e precari quando lavorano, sono scarsamente coperti dalla previdenza sociale quando restano disoccupati, perdono una parte dei loro diritti quando si spostano in altri paesi dell’Unione” cosi continua l’indagine che sottolinea inoltre che la maggior parte dei lavoratori con contratti atipici tende a cambiare Paese sperando in condizioni economiche migliori.
Parlando di dati questo fenomeno non è che aumentato, basti pensare che nel 2005 un lavoratore su quattro aveva un contratto atipico, inoltre oggi secondo l’Eurostat, 9 milioni di lavoratori e lavoratrici hanno un contratto di lavoro che non dura più di 6 mesi, ma la cosa più preoccupante è che ben l’80% di questi ha meno di 40 anni.
Il Sole 24 Ore riporta un indagine dell’Eurobarometro del 2009 che indica che “circa il 5% dei lavoratori dell’Europa a 27 ha svolto almeno un lavoro informale nell’ultimo anno. La European Labour Force Survey del 2012 ha rilevato un aumento dei part-time sotto-occupati, che interessa più di 9 milioni di lavoratori (21,4%)“.
Una situazione problematica, che riguarda anche il nostro Paese e soprattutto che colpirà le nuove generazioni. Costrette ad inventarsi sempre nuove attività alla ricerca di un guadagno concreto.
Non è positivo neanche l’altro dato presentato dall’indagine, secondo la quale “Pur nella loro varietà, i contratti atipici hanno molte cose in comune come minore sicurezza del posto di lavoro, stipendi più bassi e discontinui, meno opportunità di formazione e di carriera, condizioni di salute peggiori, minori diritti sindacali“.
Naturalmente i contratti atipici sono comuni a entrambi i sessi, anche il genere maschile ne risente. A causa di tutte queste condizioni negative e in peggioramento è davvero difficile guardare al futuro con ottimismo e per i più giovani le principali conseguenze si traducono nell’impossibilità di fare progetti di vita e nel percepire in futuro pensioni che potrebbe essere insufficienti a garantire una vita dignitosa.