I fondi scarseggiano, il personale anche e un museo con 125 anni di storia e di arte rischia di chiudere.
Siamo a Napoli, al museo Filangieri, nel centro della città, ma potremmo essere in tanti altri luoghi che vivono la stessa critica situazione.
Sono poco visitati infatti i musei italiani, solo pochi giorni fa l’allarme lanciato dall’Art Newspaper che ha segnalato la presenza di soli dodici musei italiani nella classifica dei 100 più visitati.
Cosa si può fare per evitare il peggio? Nella città partenopea arriva una singolare iniziativa dove è l’arte a difendere l’arte, sul campo.
Mimmo Jodice, Dario Cusani, Sante Monachesi, Jannis Kounellis e Fabio Mauri sono solo alcuni dei cinquantuno artisti contemporanei che hanno deciso infatti di spendersi in prima persona per evitare la chiusura.
L’hanno fatto donando le proprie opere, che saranno bandite in una speciale asta di salvataggio il 16 novembre alle ore 18.
I partecipanti potranno scegliere tra tele, sculture, installazioni uniche ed il ricavato sarà utilizzato per il mantenimento delle sale. Un segnale forte quello lanciato da nomi noti e meno noti dello scenario culturale internazionale: spicca Jannis Kounellis, pittore e scultore greco famoso in tutto il mondo per la sua arte povera, ma è importante la coralità di quest’azione.
L’idea è nata a Maria Piera Leonetti, fondatrice dell’associazione Salviamo il museo Filangieri che ha anche organizzato una serie di eventi, coinvolgendo la società civile e sensibilizzando i cittadini.
Non solo artisti, per il Filangieri: in programma il prossimo 25 novembre anche un concerto di musica classica con il maestro Francesco Nicolosi e Mario Rigillo. E ancora previsto un ciclo di lezioni alla scoperta della città con Italo Ferraro autore dell’Atlante della città storica.
Autorevoli iniziative, che dimostrano quanto sia importante la difesa del nostro patrimonio culturale. Anche se a difenderlo dovrebbero essere le Istituzioni e se non ci riusciamo in Italia lo realizzano bene i nostri vicini francesi dove sorprende – positivamente – la crescita dell’industria culturale .
Riusciremo a prendere esempio?
Credit photo [artribune]