Si sa, ai problemi del gentil sesso non c’è mai fine e dopo gli uomini, il peso forma e la sindrome premestruale, scala la classifica il disagio provocato dai tacchi a spillo. Da sempre simbolo di seduzione, potente produttore di self-confidence e mania delle giovani shopper, che sia stiletto o decoltè, zeppa o sandalo, il tacco alto risulta meraviglioso per chi lo osserva, ma ostico per chi lo indossa.
Numerose sono, infatti, le problematiche associate all’utilizzo dei tacchi alti, tra cui talloniti, sovraccarichi del metatarso, e danni alla colonna vertebrale. Disagi trascurabili se si tratta di indossatrici occasionali, ma molto meno se, per lavoro o semplicemente per passione, il tacco è una costante negli outfit quotidiani.
A salvare le indossatrici abituali arriva il filler, rimedio creato e sperimentato nelle cliniche di bellezza di New Delhi, il cui aiuto è sempre più richiesto anche in Italia. Questo “antidoto” consiste in una iniezione di acido ialuronico macromolecolare, sotto la pianta del piede, a formare dei veri e propri cuscinetti, che preservino il piede dalla postura forzata dell’appuntito trampolo, ammortizzando il dolore provocato dall’altezza.
L’intervento dura circa venti minuti, ma il suo effetto è molto più duraturo. Il sollievo dato dai cuscinetti artificiali, permane infatti per circa nove mesi, dopodiché i cuscinetti saranno riassorbiti naturalmente. Un investimento questo, che parte da seicento euro ed aumenta a seconda delle esigenze personali.
Questa soluzione era già stata applicata in ambito medico, contro gli inestetismi cutanei, per problemi oftalmologici, oculistici ed ortopedici. Un vero portento, il filler, che letteralmente si traduce proprio come “riempitivo“. E riempie sicuramente di gioia la vita delle donzelle, che potranno vantare altezze vertiginose tutto il giorno, senza effetti collaterali.
Come rifiutare, dunque, il soccorso della medicina, quando è coinvolta una delle passioni più sfrenate dell’universo femminile?
Si può solo ringraziare ed elegantemente ondeggiare sul nostro tacco dodici.